La mattina di Pasquetta il lago è una tavola, aria completamente ferma, si smonta la tenda, si stiva nuovamente tutto nei kayak e si riparte (ore 9:30) percorrendo la sponda ovest del lago. Spero di percorrere quasi il 50% del percorso di ritorno prima che inizi la Breva, ma mi sbaglio di grosso, verso le 11:00 già ci soffia contro in maniera sostenuta e ci costringe a pagaiare ben vicini alla costa per cercare un pò di riparo. Arriviamo a Menaggio già con un'ora abbondante di ritardo, ma dobbiamo pranzare. Alla ripartenza, poco dopo le 15:30, il vento è molto sostenuto e minaccia anche un temporale che per fortuna non arriva, ma tutte le imbarcazioni sul lago spariscono e noi impieghiamo più di un'ora a raggiungere Bellagio.
Visto che il vento non accenna a diminuire cominciamo a pensare di contattare qualcuno che possa organizzarci un eventuale recupero (e alla prima telefonata Happy si rende disponibile) ma continuiamo a pagaiare, non dandoci per vinti e continuando a ripeterci "adesso il vento dovrebbe calare".
Il vento finalmente cessa quasi di colpo e il lago acquista una calma surreale, completamente piatto, una leggera nebbiolina e totalmente silenzioso e deserto, sono le 19:00 circa e siamo nelle vicinanze di Oliveto Lario. Decidiamo di arrivare a destinazione anche se arriveremo con il buio.
Attorno alle 19:30 noto sulla sponda opposta del lago una strana striscia bianca che tende ad avvicinarsi, dopo dieci minuti ci troviamo sotto una pioggia scrosciante che fortunatamente dura solo pochi minuti.
Altre 2 ore di pagaiata, nella quiete totale, provati ma felici raggiungiamo Vercurago dove gli amici Max e Happy ci attendono, dandoci una mano nello sbarco. Sono le 21:30 e il GPS indica 102 Km percorsi.
Testo e foto degli “Enzi” (Inuit del Lario)
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