Appartiene all’ordine Anseriformes, famiglia Anatidae, che comprende anche la sottofamiglia delle oche e dei cigni. Il suo nome scientifico è Anser albifrons. Inclusa nel gruppo delle “oche grigie”, ha il corpo grigio-marrone di una tonalità piuttosto chiara, con barre ventrali nere (più grandi che nell’Oca selvatica); si distingue per le dimensioni intermedie rispetto alle consimili (lunghezza totale corporea 65-78 cm; peso 2,1-2,5 kg.), per il becco chiaro (rosso/rosa nella forma svernante in Europa continentale), le zampe arancio e il ventre più scuro piuttosto prominente. Ha un volo agile e costante, a bassa quota durante gli spostamenti brevi, a grandi altezze durante la migrazione. Si riunisce in stormi numerosi, fino a centinaia di migliaia di individui, che volano in formazioni a “V” o lineari.
Si riproduce in habitat acquatici (laghi e fiumi) della tundra eurasiatica , in assenza di copertura forestale; in inverno frequenta invece steppe, spazi aperti coltivati (stoppie, campi di patate) o anche estuari e paludi. Essenzialmente vegetariana, si ciba di un’ampia gamma di piante e radici che raccoglie con il lungo becco, pescando anche nel fango. Il suo nome scientifico deriva dalla larga macchia biancastra alla base del becco.
La sottospecie svernante alle nostre latitudini (A. a. albifrons) nidifica nella fascia tra il Mar Bianco e la Siberia orientale. In Italia è migratrice regolare e svernante, negli inverni più rigidi, presso i maggiori laghi e nelle aree umide dell’interno. In Lombardia sverna in maniera più irregolare, lungo il corso dei principali fiumi (al di sotto dei 100 m di quota) e nelle più estese zone umide. Non si dispone di stime precise sulle popolazioni nidificanti, ma i conteggi degli individui svernanti nell’area del Baltico-Mare del Nord hanno raggiunto quasi il mezzo milione di individui (tutti probabilmente da riferire alla sola parte occidentale dell’areale riproduttivo). Le irregolari presenze invernali in Lombardia riguardano poche decine di individui.