"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

mercoledì 31 agosto 2011

LIBRI – ESTETICA DEL POLO NORD



A dieci anni, il piccolo Michel chiese al padre, umile contadino che non si era mai mosso dal suo villaggio normanno, dove sognasse di fare un viaggio. La risposta fu: "Al Polo Nord". Trent'anni dopo, Onfray realizza il desiderio del padre e scrive il resoconto di un'esperienza destinata a rivelare profondità inattese: si tratta del libro che avete in mano, al contempo un diario di viaggio, una meditazione sulle civiltà che svaniscono, sui misfatti dell'industrializzazione e sulla saggezza dei popoli tradizionali. È anche una testimonianza toccante e lucidissima sulla lealtà e la pietà filiale. Completato da foto di Alain Szczuczynski, dall'elogio funebre che Onfray ha pronunciato per il padre nel dicembre del 2009, "Estetica del Polo Nord" è uno dei libri meglio scritti e, com'è stato detto, più "caldi" di Onfray: la costante e commossa vicinanza col padre, si direbbe, ha acuito la sua sensibilità e l'ha aiutato a tracciare imprevedibili ponti fra la fascinazione del gelido Nord e la nostalgia epicurea del nostro Sud.

TITOLO: Estetica del Polo Nord
AUTORE: Michel Onfray
EDITORE: Ponte alle Grazie
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mercoledì 24 agosto 2011

LA CARPA



Specie originaria dell’Asia e dell’Europa orientale, introdotta in Italia nell’epoca romana. Predilige acque calme o ferme di bassa quota con fondo fangoso e ricco di vegetazione, in grado di sopravvivere in ambienti compromessi e/o con basse concentrazioni di ossigeno. Gregaria in età giovanile diviene solitaria con l’età. Vive in prossimità del fondo sia presso la riva che al largo in acque non troppo profonde. Si alimenta soprattutto di notte con vegetali ed invertebrati bentonici. Risente negativamente dalla competizione apportata da altri ciprinidi alloctoni che occupano il suo stesso habitat, come il carassio e l’abramide. La carpa è una fra le specie ittiche più prolifiche producendo circa 200.000 - 300.000 uova per chilo di femmina. Si riproduce in maggio e giugno. Si può confondere con il carassio, tanto che spesso giovani carassi sono scambiati per carpe al momento dei ripopolamenti e possono in seguito causare seri danni ambientali, il termine distintivo più rilevante fra le due specie è costituito dal fatto che il carassio ha la bocca priva di barbigli. La Carpa è presente in tutti i laghi della Provincia di Lecco, specialmente nei Laghi di Annone e Pusiano, più rara nell’Adda.






COME RICONOSCERLA:
Corpo tozzo e massiccio, sviluppato in altezza e compresso lateralmente; il ventre è piatto mentre il dorso è arcuato.
Colorazione bruna e verde sul dorso, gialla con riflessi dorati sui fianchi, bianco – gialla sul ventre.
Testa piuttosto grossa, con bocca a “soffietto” relativamente piccola in posizione mediale munita di 2 piccoli barbigli per lato posti sopra il labbro superiore.
Pinna dorsale molto sviluppata che giunge fin quasi alla coda.
A seconda delle razze può essere interamente ricoperta di scaglie (carpa comune), parzialmente ricoperta (carpa a specchi), completamente sprovvista di scaglie (carpa cuoio).
Scaglie quando presenti, sono grosse e spesse.
Può raggiungere i 130 centimetri ed i 30 chili di peso.




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Tratto dal sito della FIPSAS di Lecco.

mercoledì 17 agosto 2011

I POPOLI DEI GHIACCI DEL GRANDE NORD (8)



A ridosso dello stretto di Bering vivono gli Inuit dello Stretto, più a nord fino al confine con il Canada gli Inuit dell’Alaska settentrionale; al di sotto del fiume Yukon abitano gli Inuit dell’Alaska occidentale e nel golfo dell’Alaska gli Inuit Chugach. In territorio canadese si trovano gli Inuit del Mackenzie, mentre sull’isola Vittoria e sulle terre che la fronteggiano sono insediati gli Inuit del Rame, sulla penisola di Keewatin gli Inuit del Caribù e sulla penisola di Ungava e nel Labrador gli Inuit del Labrador. Gli Inuit Netsilik vivono sulla costa orientale della penisola di Keewatin, gli Inuit Igloolik e della Terra di Baffin sull’omonima isola. Infine sull’isola di Southampton, nella parte settentrionale della baia di Hudson, vi sono gli Inuit ch portano il nome dell’isola stessa.






In Groenlandia, i villaggi degli Inuit polari, costituiscono l’insediamento permanentemente abitato più settentrionale dell’Artico; ci sono inoltre gli Inuit della Groenlandia occidentale e quelli della Groenlandia orientale, meno numerosi.




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mercoledì 10 agosto 2011

IL CLIMA DEL TERRITORIO LARIANO



Il paesaggio del Lario è caratterizzato è caratterizzato da una lussureggiante vegetazione e dalla presenza di numerose varietà di piante, arbusti e fiori che normalmente crescono in regioni molto più meridionali, addirittura di origine subtropicale. Questa flora così varia e ricca è legata alle favorevoli condizioni climatiche della regione, a loro volta conseguenza diretta della presenza, in territorio lariano, di numerosi bacini d’acqua.




E’ noto che una massa d’acqua nei confronti dell’aria e del suolo tende a scaldarsi e raffreddarsi più lentamente, cedendo nei mesi invernali calore e temperando la calura nei mesi estivi. Inoltre l’evaporazione della superficie del lago comporta un grado di umidità più elevato nei confronti delle regione vicine.




Come tutti i laghi prealpini anche il Lario ha una presenza di un regolare regime di brezze che spirano al primo mattino da Nord a Sud (il Tivano) e nel pomeriggio fino a tarda sera da Sud a Nord (la Breva); esse contribuiscono a mitigare il clima estivo e favoriscono un costante ricambio d’aria che mantiene l’atmosfera tersa e priva di vapori e nebbie.




Grazie a tutti questi elementi il Lario gode di un clima stabile e dolce le cui proprietà benefiche furono apprezzate fin dai tempi più antichi, prova ne sono le numerose ville nobiliari e i grandi alberghi che sorgono sulle sue rive, tra ombrosi boschi e giardini eleganti.



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Foto degli Inuit del Lario.
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mercoledì 3 agosto 2011

QUANDO E COME USARE LA DERIVA MOBILE (SKEG)


La deriva mobile (o skeg) è particolarmente apprezzata in caso di vento. Essendo fissa non aiuta a far girare anzi mantiene dritta la rotta di navigazione. Viene azionata per mantenere la direzione in presenza di forte vento, infatti in queste condizioni il nostro kayak subisce uno spostamento chiamato “weathercocking”, un effetto banderuola tipico di tutti i kayak che sono per conformazione "orzieri", cioè tendono a girare la prua al vento .


Agendo su un’apposita leva in coperta si può abbassare la deriva a seconda delle necessità:
- Con vento laterale, devo sistemare la deriva in posizione intermedia;
- Quando abbassiamo completamente la deriva in acqua è come se avessimo un timone bloccato e il risultato è lo stesso: il kayak girerà più facilmente a favore di vento
- Quando il nostro obiettivo sarà risalire il vento dovremo retrarre completamente la deriva.

Un altro effetto dello skeg, quando completamente abbassato, è quello di rendere il kayak molto più stabile, dato che come una vera e propria deriva si oppone al ribaltamento laterale dell'imbarcazione.

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