DESCRIZIONE DELL’ITINERARIO IN KAYAK
Siamo partiti da Narsaq, che abbiamo raggiunto dall’aeroporto di Narsarsuaq con una navigazione di circa 1 ora su gommoni veloci. Dal fiordo di Narsaq abbiamo navigato in kayak in senso orario attraverso un dedalo di isole e fiordi: le prime notti presso le isole di Tuttutooq, poi abbiamo attraversato il grande fiordo di Ikersuaq, largo circa 5 km. L’attraversamento del fiordo è stato effettuato in diagonale ed è durato un paio di ore. Qui abbiamo visto da vicino i primi icebergs che vengono rilasciati molto più a nord dal fronte glaciale e discendono piano piano fino a gettarsi nell’oceano aperto. Un iceberg più veloce degli altri stava per collidere con il nostro kayak, abbiamo dovuto pagaiare tutto a un tratto velocissimi per evitarlo!!!
Estratto carta topografica di Narsaq; i puntini indicano la rotta, i cerchi i campi tenda
Attraversato il fiordo di Ikersuaq, ci siamo addentrati nel fiordo di Qalerallit dove abbiamo raggiunto ed ammirato diversi fronti glaciali che discendono dall’Inlandis (calotta polare). Da questi fronti glaciali si staccano alcuni icebergs, talvolta di dimensioni notevoli. L’avvicinamento con i kayak ai fronti glaciali dunque è possibile fino a poche centinaia di metri per sicurezza. Dal fiordo siamo inoltre riusciti a effettuare un’escursione sul ghiacciaio in prossimità di una lingua abbastanza poco pendente con pochi seracchi ben visibili e dunque in sicurezza. La vista dei fronti glaciali con le loro pareti di ghiaccio alte da decine a centinaia di metri strapiombanti sul fiordo è qualcosa di indescrivibile. Difficile è stimare le dimensioni delle montagne e dei ghiacciai in un ambiente dove mancano riferimenti conosciuti, quali alberi o costruzioni, ma la vista si apre su scenari incredibili. Si scorge la calotta polare al di sopra delle lingue glaciali; incredibile immaginare come la calotta continui per oltre 2000 Km in direzione nord immutata!
Slalom tra gli icebergs
Il ritiro dei ghiacciai in Groenlandia è stato accentuato in particolare negli ultimi 10 anni. Alcune lingue glaciali già non raggiungono più il mare. Sulle lingue glaciali si intravedono e attraversano fiumi di scioglimento sopraglaciale, si scorgono seracchi e numerosi inghiottitoi. Dall’aereo in volo è stato possibile osservare anche numerosi laghi sopraglaciali, oltre ai Nunataaks che sporgono dalla calotta.
Svuotiamo i kayak per il campo di fronte alla calotta
Dal fiordo di Qalerallit, abbiamo continuato la navigazione sotto costa, passando per una penisola, poi ancora sull’isola di Tuttutooq, visitando alcuni piccoli resti archeologici sia di popolazioni
inuit che vichinghe. Sporadiche case di pescatori/cacciatori inuit di recente costruzione si incontrano qua e là, circa ogni ventina di kilometri; poche barche e uno sporadico gruppo di altri kayaker sono stati quasi gli unici incontri fatti nel giro di due settimane, a parte i numerosi caribù!
Pausa pranzo di fronte alla calotta polare
IMPRESSIONI
Pagaiare in mezzo ai fiordi glaciali, in completa autonomia, con mare calmo e sole che talvolta ricorda addirittura scenari e colori mediterranei è una esperienza impagabile. La grandiosità dei paesaggi artici difficilmente viene resa dalle fotografie. Incredibile è la sensazione di fronte alla vista degli icebergs: ogni iceberg assume colorazioni e forme differenti; quando il ghiaccio si muove si odono in continuazione i boati del ghiaccio che si spacca che assomigliano a tuoni e rimbombi di un temporale! Ogni volta che un piccolo o grande pezzo di un iceberg si stacca, muta il suo baricentro e quindi l’iceberg incomincia a dondolare o a ribaltarsi, per lo più in maniera molto lenta o con numerose oscillazioni, più rari sono i ribaltamenti improvvisi; sorprendente invece è l’onda che ne scaturisce. Mi sarei aspettato un’onda veloce e alta come quando viene lanciato un grande sasso nell’acqua con violenza, invece le onde che partono dall’iceberg sono abbastanza lente, si disperdono circolarmente ma senza agitare eccessivamente l’acqua, arrivano lunghe e poco percepibili una volta raggiunto il kayak; ogni movimento dell’iceberg è accompagnato da un rumore più o meno forte che annuncia il ribaltamento! La dimensione degli iceberg incontrati va da pochi decimetri a diversi metri, in qualche caso oltre una ventina di metri di altezza fuori dall’acqua, pur trovandoci a decine di Km lontani dal fronte glaciale che li ha scaricati in mare.
Antico ghiaccio blu riaffiora dal ghiacciaio
Per chi è abituato ai paesaggi alpini, quelli della Groenlandia del Sud sono maestosi eppure familiari: ricorrono le forme glaciali tipiche dei nostri ecosistemi alpini: la morfologia glaciale a U, le morene, i laghetti glaciali, i massi erratici, la tundra e la vegetazione micro-arbustiva ricca di mirtilli, betulle e salici nani, i suoli periglaciali, i detriti e le rocce. Buona parte della crosta tettonica qui è di composizione granitica. L’ambiente è simile ma enormemente più grande come dimensioni! Gli animali incontrati ricordano in parte la fauna alpina: volpe artica, pernice artica, caribù, lepre artica, aquila dalla testa calva.
Caccia fotografica al Caribù, maschio
Ovviamente, si aggiungono le foche nei fiordi; diversamente dal Nord Europa e dall’Islanda, le foche in Groenlandia non scendono mai a terra, restando sempre molto schive in acqua, probabilmente a causa della caccia persistente presso gli Inuit. Decisamente sporadico qui nel sud è l’orso polare, che non abbiamo incontrato; qui giunge per lo più attraverso iceberg o pack provenendo dal Canada. Peccato invece non aver avvistato megattere nei fiordi. La caccia fotografica ai Caribù, animali semidomestici al pari delle renne in Scandinavia, è stata spesso fruttuosa.
Pagaiare in mezzo agli icebergs, soprattutto quando si fanno più fitti e bisogna effettuare numerose manovre per attraversarli indenni, è stata una delle più forti e nuove emozioni vissute!
Pagaiando tra icebergs di altezze notevoli
Nel futuro già sogno come possibile meta il Nord Ovest della Groenlandia, dove si può pagaiare in mezzo ad icebergs giganti ma con il sole perennemente sopra l’orizzonte.
Foto storica: Inuit sul kayak
Io, di fronte alla calotta polare
Testo e foto di Mauro B. (Inuit del Lario-CK90)