Giovedì 5 giugno 2008 - Gli Inuit a Chiuduno (BG)
mercoledì 28 maggio 2008
GLI INUIT AL FESTIVAL “LO SPIRITO DEL PIANETA”
Giovedì 5 giugno 2008 - Gli Inuit a Chiuduno (BG)
lunedì 26 maggio 2008
IL GERMANO REALE, L'ARISTOCRATICO DEL LAGO DALLA TESTA VERDE
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Costruisce il nido nella vegetazione sulle rive di rogge e canali, anche molto stretti. Si nutre di vegetali che setaccia sui fondali. Il Germano reale ricerca il nutrimento in una posizione curiosa e tipica: immerge le parti anteriori del corpo, fino a porsi in posizione verticale, con la sola coda che spunta dall’acqua. Quando si nutre, tiene a bada altre anatre e gabbiani.
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Ha un volo molto potente (produce un forte sibilo caratteristico), lineare e con battito d’ali molto regolare, in grado di sfidare anche forti venti. Forma stormi solitamente piccoli e poco compatti, che volano nella tipica formazione a “V”. Si può osservare in gruppo con altre anatre di superficie, soprattutto con l’Alzavola.
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Foto di Riccardo Agretti.
venerdì 23 maggio 2008
LA SLITTA DEGLI INUIT
“Il vestiario adoperato per secoli dalle popolazioni locali si dimostra ancora il più valido per la praticità della foggia, per la straordinaria resistenza all’usura nella continua lotta tra i ghiacci e soprattutto per l’essenziale e insostituibile difesa dall’atroce freddo polare. Le abili donne di Qanaq, avvezze a cucire l’atavico costume per i loro uomini, eseguono diligentemente il lavoro, confezionando per i membri della spedizione i KOOLETAH, ovvero i giacconi col cappuccio di pelliccia di caribù, i pantaloni d’orso, le muffole di pelliccia di cane, col palmo in pelle di foca e lana all’interno, i KAMIK, stivali in pelle di foca, foderati di coniglio artico che si calzano a piedi nudi ed i copri KAMIK di volpe bianca”
giovedì 22 maggio 2008
AROUND HIGHLANDS - LE TAPPE DEL VIAGGIO
Il percorso è approssimativo, ricostruito in base ai dati pubblicati sul loro Blog, ma penso che vedere le loro fatiche rappresentate sulla carta sarà comunque un po' come accompagnarli, sarà un modo per essere virtualmente con loro in questa avventura.
Visualizzazione ingrandita della mappa
mercoledì 21 maggio 2008
L’AMBIENTE LACUSTRE: LA LUCE
lunedì 19 maggio 2008
LARIO MARATHON 2008 MEMORIAL ERICA - ONNO, 25 MAGGIO
E’ richiesta una conferma sulla partecipazione, quindi prego contattarmi per e-mail o per telefono a questi numeri 031-696704 o 338-1374722 e tutto ciò entro il 20 Maggio. Luciano Belloni.
ITINERARI IN KAYAK
mercoledì 14 maggio 2008
IL CIGNO REALE, IL RE DEL LAGO
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Il corteggiamento dei cigni avviene di solito tra marzo e aprile. I questa fase è più facile distinguere la femmina dal maschio, poiché quest’ultimo presenta una protuberanza nera sul becco particolarmente rigonfia. La coppia, monogama in condizioni naturali, compie una parata nuziale fatta di spettacolari evoluzioni, che ha anche la funzione di rinsaldare il legame tra il maschio e la femmina.
La costruzione del nido avviene tra la vegetazione palustre o persino sul terreno, in zone umide, naturali o artificiali, anche di ridotta estensione, con fondali poco profondi, come laghi, fiumi, paludi, cave, laghetti urbani, porti, incolti umidi, lagune e valli da pesca. Il nido, che può raggiungere anche un diametro di 2 metri, è formato da un grande ammasso di materiale vegetale, raccolto dai cigni col becco nelle immediate vicinanze, e foderato all’interno con un po’ di piumino. Il maschio e la femmina collaborano a questa attività fino alla deposizione delle uova.
Queste constano generalmente di 4-6 unità, sono di colore verde pallido opaco, con sfumature grigiastre, ed hanno una dimensione media di 11x 7 centimetri.
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Durante la cova vi è una continua manutenzione del nido da parte del maschio, che in questa fase è particolarmente aggressivo nei confronti degli intrusi. Con le sue considerevoli dimensioni, che lo portano ad esibire un’apertura alare di 200-230 centimetri e il suo peso, è in grado di allontanare qualunque potenziale predatore delle uova. Anche la femmina, all’occorrenza, difende il nido da chiunque si avvicini, come nella situazione descritta dalla foto in cui la vediamo alle prese con una tartaruga Trachemis Scripta.
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Dopo un giorno o due la famiglia è già pronta ad abbandonare il nido, che in certi casi potrà essere utilizzato, dopo una risistemazione, anche negli anni successivi.
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A volte può invece accadere che vi si insedino altri animali, come le folaghe, utilizzandolo come riparo o anche come base di appoggio per la costruzione del proprio nido.
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Nell’arco di un anno e qualche mese i piccoli assumeranno il piumaggio bianco tipico degli adulti, ma raggiungeranno la maturità sessuale intorno al terzo anno di vita”
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lunedì 12 maggio 2008
I RUOLI NELLA VITA QUOTIDIANA DEGLI INUIT
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giovedì 8 maggio 2008
IL SOGNO DELLA REPUBBLICA DEI GHIACCI
Un grazie a Marco Ferrario per la segnalazione.
E per la prima volta dal dopo-colonialismo uno Stato europeo perderà il 98 per cento del suo territorio. La svolta è cominciata ieri, con la firma di un trattato tra il premier conservatore danese, Anders Fogh Rasmussen, e il governatore-premier di Groenlandia, il socialdemocratico Hans Enoksen. Entro fine anno un referendum in Groenlandia e un voto del Parlamento reale danese daranno il responso già ora scontato: si andrà step by step verso l'indipendenza e il diritto alla secessione.
I sogni volano alto, anche quando è difficile. Anche quando la capitale del futuro Stato eschimese indipendente, Nuuk, ha sì e no 15mila abitanti, come un grosso villaggio europeo, e appena due ristoranti di lusso, entrambi dipendenti ogni giorno dalle forniture di cibo fresco che arrivano da Copenaghen. Da qualche anno anche il grande mondo globale si è accorto che la Groenlandia esiste. Per caso, grazie a un film, Il senso di Smilla per la neve, storia di una giovane in cerca di identità. Sulle orme di Smilla, i groenlandesi sono decisi a non mollare, vogliono procedere sulla via indicata dal Trattato: addio a Copenaghen, addio dolce ma senza ritorno.
Petrolio in abbondanza, e altre materie prime, saranno la base della sovranità, promette Enoksen. "Dobbiamo difendere il diritto di proprietà dei groenlandesi sulle loro risorse", dice il leader socialdemocratico. Ma non è solo questione di soldi, anche di cultura nazionale riscoperta. Spesso troppo diversa da quella europea rappresentata dai danesi. "La caccia, alle foche, ai trichechi, alle balene per noi è parte del quotidiano, mangiare carne di balena o prosciutto di foca è tradizione", spiega all'inviato della Sueddeutsche Zeitung Job Hellmann, cacciatore di professione, nome danese ma lingua eschimese. "Abbiamo inventato noi l'igloo, il kayak, l'eskimo, e ci sentiamo trattati dall'Unione europea e da Copenaghen come barbari. E cosa sono allora gli europei che vengono nelle nostre acque con le loro flotte di pescherecci atlantici e ci tolgono il pane?", chiede polemicamente Kupik Kleist, parlamentare, presidente del Partito per l'indipendenza, affine alla sinistra radicale.
"Tutto quello che arriva in aereo da Copenaghen qui costa molto più che in Danimarca", mugugna Jeppe-Eiving Nielsen, capocuoco del miglior ristorante di Nuuk, "mentre il pesce di qui è così fresco che i filetti ancora tremano quando li tagli".
La via verso l'indipendenza sarà dura: troppi poveri, troppo pochi i giovani qualificati per una futura classe dirigente. Ma già fanno capolino nuovi gruppi emergenti. Come Bjarke de Renouard, manager: è danese, ha sposato una groenlandese, della lingua locale non capisce una parola "ma - dice - i miei figli la parlano correntemente, sarà la loro identità domani".
lunedì 5 maggio 2008
L'ORIGINE DEI LAGHI
I laghi terminali, avendo occupato una valle glaciale, hanno in genere una forma allungata, con pareti molto ripide e profondità massime nei pressi del centro del bacino. L’origine di questi laghi è abbastanza recente, poiché si ritiene che le valli glaciali siano state invase dalle acque circa 15.000 anni fa. Le loro acque sono fredde in virtù dei notevoli apporti glaciali che affluiscono ancora oggi, e in origine, prima degli impatti antropici degli ultimi decenni, erano relativamente povere di vita. Sia il Lario che il Ceresio sono laghi glaciali terminali.
Foto di Riccardo Agretti.