lunedì 29 giugno 2009
IL GHIACCIAIO DELL’ADDA, GRANDE OPERAIO NATURALE
giovedì 25 giugno 2009
LA POMPA DI SENTINA DEL KAYAK DA MARE
domenica 21 giugno 2009
CAMBIANO LE CARTE GEOPOLITICHE!
Il nuovo governo che si sta formando in questi giorni, avvierà il processo d'indipendenza deciso a larghissima maggioranza lo scorso novembre, quando il referendum che prevedeva una maggiore autonomia del paese, da tre secoli sotto la Danimarca, vide approvare un nuovo regime di maggiore indipendenza col 75% dei voti.
giovedì 18 giugno 2009
IL TUFFETTO, IL SUBACQUEO DEL LAGO
lunedì 15 giugno 2009
SOGNI SUL QAJAQ
Gli uomini più anziani mi insegnarono a pagaiare nelle acque tranquille del fiume, mi fecero vedere come si tiene alta la pagaia se si vuole prendere velocità, come si sistema un pezzo di grasso di foca sul bordo dell’abitacolo e come bisogna farvi rotolare sopra la pagaia doppia in modo da far riposare le braccia nei viaggi lunghi. Quel kayak era abbastanza stabile da permettere a una seconda persona di starsene distesa sulla parte posteriore. Soltanto una, tra le ragazze che conoscevo, si offrì spontaneamente di compiere quella traversata rischiosa. Con la pagaia che rotola sul pezzo di grasso è possibile pagaiare in modo assai rilassato, godendosi il piacere incomparabile di scivolare attraverso acque calme e limpide mentre grossi pezzi di ghiaccio galleggiavano nelle vicinanze. Una foca può emergere silenziosamente a una distanza tale da poter essere quasi toccata dal remo e rimanere a osservarvi con gli occhi spalancati. Quando lasciai Inukjuak, spedii per nave il mio kayak a nord, fino a Kingait. Quando arrivò, il suo abitacolo rotondo era rotto. I Kingaimiut furono lieti di ripararmelo, ma, ahimè, gli costruirono una parte posteriore piatta, così come li fanno a Baffin. Infine, con uno sforzo congiunto da parte mia e di Jack Molson, quel kayak trovò la sua sistemazione nel McCord Museum, a Montreal. Forse possiamo considerare quella imbarcazione snella e perfetta come il simbolo delle antiche migrazioni tra il Quebec artico e il mondo della Baffin Island.”
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Testo tratto dal libro ”Alla scoperta degli Inuit” di James Houston.
Foto tratte dal sito del McCord Museum of Canadian History www.mccord-museum.qc.ca
sabato 13 giugno 2009
L'ALTRA META' DEL MARE - ARGENTARIO 2009
Vi segnaliamo il primo raduno nazionale femminile di Kayak Da Mare che si terrà sull'Argentario il 13 e 14 Giugno.
Per ulteriori informazioni visitate il sito di Tatiana Capucci:
http://www.tatianacappucci.it/Tatiyak/Eventi/AltraMeta/AltraMeta2009.asp
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giovedì 11 giugno 2009
LA FAUNA ITTICA DEI LAGHI “MINORI” DELLA BRIANZA
Infatti, i laghi briantei di Annone e di Oggiono, di Pusiano, di Alserio e del Segrino, nonché il lago di Montorfano, a causa della loro origine intermorenica e della susseguente, differenziata evoluzione, presentano una ripartizione ben diversa dal Lario; possiamo anzi affermare che in questi bacini, addentrandoci dalle sponde verso il centro, non si viene quasi mai a riconoscere la presenza di una zona che per le sue caratteristiche possa effettivamente identificarsi nel pelago, tipico dei grandi laghi profondi di origine glaciale. Ciò è dovuto principalmente alla limitata profondità che caratterizza questi corpi d’acqua, conseguenza di una scarsa concavità della loro “cuvetta lacustre”.
Il bacino che presenta la minor profondità, fra quelli citati, è il Lago di Montorfano con un valore massimo di 6,8 metri, mentre il lago di Pusiano raggiunge i 24 metri circa come profondità massima. Non a caso, quindi, laghi aventi siffatte caratteristiche vengono indicati come “laghi piatti”. La costante presenza della luce, che raggiunge il fondo di questi bacini lungo tutta la loro estensione, assicura un forte sviluppo vegetale sia livello microscopico (fitoplancton) che macroscopico. A partire dalla fascia ripariale, dove è spesso presente una copertura vegetale “a canneto”, andando verso il centro del bacino troviamo, ancorate al substrato di fondo ma con porzioni galleggianti in superficie, parecchie piante tra le quali ricordiamo la Castagna d’acqua, il Nannufaro e la Ninfea; i rappresentanti dei generi Potamogeton, Myriophyllum, Ceratophyllum e altri ancora presentano invece una collocazione semisommersa o sommersa, con specie come il Ceratophyllum demersum, capace di radicare su fondali profondi sino a una decina di metri. Fra le funzioni svolte da questa componente vegetale spiccano quelle di produrre ossigeno, di dare rifugio agli avannotti nonché di agire da “filtro biologico” nei confronti delle sostanze inquinanti trascinate dalle piogge verso il lago. E’ da sottolineare inoltre che a una tale abbondanza di vegetali, così come accade per ogni altro ambiente naturale, corrisponde altrettanta ricchezza nel popolamento animale; infatti a differenza dei laghi profondi come il Lario, la cui originaria situazione di ricchezza biologica era piuttosto limitata (oligotrofia), per quasi tutti il laghi briantei, si poteva già parlare – anche prima di modificazioni antropiche avvenute in seguito – di mesotrofia, cioè di una situazione in cui l’ecosistema considerato possiede di per se stesso una elevata capacità produttiva.
E’ quindi grazie all’abbondanza di alghe microscopiche che i piccoli animali costituenti lo zooplancton possono proliferare diventando insostituibile fonte di cibo per organismi di tagli maggiore, fra cui le forme giovanili e alcune forme adulte delle specie ittiche presenti. La composizione della comunità ittica dei laghi briantei risulta ovviamente influenzata dalla morfologia e dalla caratteristiche fisico-chimiche che ne derivano: sono quindi solitamente assenti quelle specie ospitate normalmente nel pelago del profondo Lario, come i coregoni, e altre appartenenti alla famiglia dei salmonidi, che abbisognano costantemente di basse temperature dell’acqua e di una concentrazione di ossigeno piuttosto elevata, fattori questi che i laghi “piatti” non possono fornire in tutte le stagioni dell’anno. Di contro, le specie ittiche che nel Lario sono segregate nella ristretta zona litorale, tendono, negli ambienti lacustri minori, a occupare tutta l’estensione del bacino; tale fenomeno viene ulteriormente favorito dall’esigenza – radicata nella quasi totalità di queste specie (specie fitofile) – di deporre le uova necessariamente su di un substrato vegetale che, come detto in precedenza, qui è particolarmente più abbondante.
lunedì 8 giugno 2009
I GAVONI STAGNI DEL KAYAK DA MARE
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venerdì 5 giugno 2009
LIBRI - PRIMA DI DOMANI
Segnalato dall’amico Marco Eko Ferrario.