"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

lunedì 28 gennaio 2013

IL BECCACCINO, DISCRETO E MIMETICO



Appartiene all’ordine Charadriiformes, famiglia Scolopacidae. Il suo nome scientifico è Gallinago gallinago. Con un lunghezza corporea di 25-27 cm., ha dimensioni e colori simili al Croccolone, ma con silhouette meno massiccia e un becco più lungo e sottile, sua fondamentale caratteristica distintiva. Il piumaggio sul dorso e sul capo è marrone-bruno, con striature e chiazze nere e rosa scuro; la chiara stria centrale sul capo lo differenzia dal Frullino, del quale è comunque sensibilmente più grande. In volo si notano il ventre bianco senza barre e due bande chiare sotto le ali. Il tipico comportamento di fuga, spesso di gruppo, è caratterizzato da un lungo e radente volo a zig-zag, e da striduli richiami. 





Frequenta terreni soffici e umidi, dove può immergere il sottile becco alla ricerca di insetti e vermi, con frequenti dossi erbosi e macchie di cespugli, che offrano rifugio e buona visuale sulle aperte zone erbose in cui nidifica; fondamentale è l’accesso ad acque basse, ferme o correnti. Specie monogama, con cure parentali a carico di entrambi i genitori, si riunisce solitamente in piccoli gruppi. Nel corteggiamento i maschi producono duranti i voli in picchiata dei forti fischi striduli per l’attrito dell’aria contro le timoniere esterne. 





Nidifica nella fascia boreale e temperata, dal Bassopiano Siberiano fino all’Islanda e alle Isole Britanniche, dove alcuni popolazioni sono stanziali. Sverna nelle aree umide dell’Europa occidentale e del bacino del Mediterraneo, in Medio Oriente e in Asia meridionale e, in grandi numeri nell’Africa sub sahariana. In Italia è migratore, svernante e, sporadicamente, nidificante; in Lombardia frequenta principalmente le zone umide della fascia centrale della regione (ha nidificato nei pressi del lago di Varese). Le popolazioni nidificanti più consistenti si trovano nella Russia con diversi milioni di coppie, e in nord Europa, con circa 800.000 coppie; nel resto del suo areale di nidificazione sono distribuite circa 50.000 coppie soprattutto in Germania e in Polonia. 




lunedì 21 gennaio 2013

I POPOLI DEI GHIACCI DEL GRANDE NORD (24)




Gli Inuit, che hanno sempre dimostrato gradi doti di intelligenza e abilità manuale, possono oggi offrirsi come operai specializzati, operatori turistici, accompagnatori nelle partite di caccia e pesca, come provetti artigiani e quali validi funzionari dello Stato e delle comunità. Malgrado i traumi generazionali e le difficoltà di un cambiamento troppo repentino, il popolo artico, custode di un antico patrimonio culturale, può, attraverso la propria saggezza e tenacia, contribuire alla crescita economica di un paese così esteso e ricco di risorse minerarie ed energetiche. Chi si sente emotivamente legato alla vecchia immagine del mondo Inuit, appresa da libri o da documentari, può forse confortarsi nel sapere che ancora oggi sopravvivono piccole enclave di nativi, sia nella Groenlandia del Nord, sia presso Point Barrow in Alaska, dove si pratica la cattura di cetacei e pinnipedi con sistemi tradizionali. 




All’interno della società contemporanea, sempre più tecnicizzata, c’è fortunatamente qualcuno che non sa e non vuole piegarsi ai nuovi riti collettivi, e resiste legato ad antiche emozioni e a dimenticati sapori. In Groenlandia, dove l’insediamento danese risale al 1721, anno in cui il missionario Hans Egede iniziò a battezzare i nativi, il passaggio dal sistema di vita primordiale degli Inuit all’ordinamento conformato al copione politico danese è stato meno traumatico e doloroso che in terra americana. Graziose e ordinate costruzioni di modello scandinavo hanno sostituito le vecchie abitazioni; scuole, ambulatori, ospedali e ospizi sono stati costruiti in ogni cittadina, gli abitanti, ancora dispersi fino agli anni Quaranta del secolo scorso, sono stati sollecitati a raccogliersi in comunità più numerose, per poter usufruire dell’assistenza sanitaria e dell’insegnamento scolastico. 




I principali centri abitati si sono ingranditi intorno agli stabilimenti di lavorazione del pesce e dei crostacei o dove esisteva qualche attività mineraria; nella parte meridionale della Groenlandia è stato introdotto con successo l’allevamento bovino e ovino. Non ci sono mai stati periodi di grande espansione economica e di conseguente recessione; la piccola e laboriosa Danimarca, con una politica paternalistica, basata su un paziente e graduale progresso, ha favorito la crescita di una generazione che presenta una perfetta integrazione fra nativi e danesi; in tal modo, si sono sollevati problemi di gran lunga inferiori a quelli sorti nelle comunità americano-canadesi. 




lunedì 14 gennaio 2013

LA PALUDE DI BRIVIO: GEOGRAFIA E NATURA




Lungo il corso dell’Adda e subito dopo il Lago di Olginate troviamo la Palude di Brivio. Anch’essa Sito di Importanza Comunitaria (SIC) dal 1997. Questa zona umida, tra le più importanti nella regione è inserita nel Parco dell’Adda Nord e divisa tra i comuni di Brivio (LC), Cisano Bergamasco (BG) e Monte Marenzo (LC) con un estensione di 302 ettari e un'altitudine media di 200 metri sul livello del mare. La profondità media attualmente è di 80 cm. 





L'area è costituita da un'ampia piana in cui il fiume Adda ha potuto vagare, dando luogo nel corso dei secoli a variazioni di percorso molto evidenti; tale dinamismo, che ha prodotto la grande varietà di ambienti fluviali presenti, è arricchito dai rilievi e contrafforti rocciosi che caratterizzano questo tratto di valle. La palude è caratterizzata da una varietà di tipologie ambientali che vanno da quelle strettamente fluviali, come greti e saliceti lungo le sponde dell'Adda, a quelle palustri dalle ampie estensioni di canneti e cariceti (un tipo particolare di torbiera), di specchi d'acqua con ninfee, fino ai tipici boschi igrofili di ontani neri (le alnete). 





Molte sono le specie ittiche che popolano lo specchio d'acqua tra cui spiccano scardole e carassi. Buona la presenza di carpe, sia regina che specchio, tinche, anguille e pescigatto. Il fondale particolarmente basso fa si che la temperatura dell'acqua si scaldi molto più rapidamente nel periodo primaverile, rispetto alle acque dell'Adda, favorendo così la frega in massa dei ciprinidi e il successivo svezzamento degli avannotti. Oltre alla palude vera e propria, sul territorio di Brivio, sono presenti ulteriori aree umide di rilevante valore ittiogenico e faunistico. 






La più grossa è la Cava a cielo aperto Sesana ( superficie estrattiva 63.876 m2 ), ormai in disuso. L'attività estrattiva dell'argilla per mattoni cessò intorno agli anni 60. Essendo la zona ricca di sorgive col passar degli anni si è formato un ricco ecosistema che pullula di pesci e uccelli di ogni tipo. La ricchezza di pesci in queste zone ha permesso anche di recente ad alcune famiglie di integrare il reddito da lavoro con il ricavato dalla vendita del pesce soprattutto ai ristoranti della zona, mentre in passato il pescato è stato una delle basi alimentari per i Briviesi.




Negli ultimi anni l’ecosistema è stato minacciato dalla presenza del pesce siluro che è stato pescato prima accidentalmente e poi sistematicamente per limitarne la diffusione, e pare che per il momento i danni sono stati limitati. 



Testo del Luis (Inuit del Lario)

lunedì 7 gennaio 2013

APPOGGIARSI PER NON CADERE IN ACQUA



Quando abbiamo problemi di instabilità, dovuti al vento, alle onde, alla corrente, dobbiamo sempre ricordarci di cercare la resistenza dell’acqua per ristabilire l’equilibrio. Quando la pagaia darà una sensazione di appoggio raddrizzeremo il kayak con un colpo d’acqua e con la spinta delle gambe sul premi cosce. L’azione di riequilibrio dell’assetto nell’appoggio basso e nell’appoggio alto, così come nel rolling, avviene nel momento in cui la pala trova una resistenza adeguata. A questo punto si farà ruotare il kayak con le anche e agendo sul premicosce si raddrizzerà il busto e infine si riallineerà la testa. Inoltre gli appoggi si usano per atterrare nel surf o per navigare con mare grosso, e ci permettono di non rovesciarsi anche quando un’onda di notevoli dimensioni si frange contro il kayak. 




L’appoggio basso si effettua con il dorso della pala. Il gomito corrispondente alla pala immersa è flesso. L’avambraccio e il polso lavorano allineati e perpendicolari alla pala in modo da compiere al meglio la pressione verso il basso; il braccio opposto mantiene il manico orizzontale. 




L’appoggio alto si effettua con il cucchiaio della pala, il braccio di trazione è leggermente flesso l’altro ha il compito di mantenere il manico orizzontale con il gomito ben vicino al corpo. A seconda del movimento che effettueremo cambieremo l’angolo di incidenza della pala. Il suo spazio di lavoro si estende dalla prua al pozzetto, dove raggiunge la massima efficacia.