Purtroppo alcune riserve sono difficilmente preservabili, i ghiacciai alpini, infatti arretrano ormai da anni e risulta molto complessa qualsiasi azione per limitare questo fenomeno. In area alpina, dall’OcCC (Organo consultivo per i Cambiamenti Climatici) svizzero viene stimata una riduzione del 75% dell’area glacializzata entro il 2060. Sempre gli svizzeri stanno sperimentando possibili interventi con coperture con teli sintetici protettivi, tuttavia questo tipo di intervento si giustifica solo per tutelare infrastrutture che potrebbero essere danneggiate da dissesti connessi allo scioglimento. Sicuramente di importanza fondamentale è la gestione del patrimonio di acque lacuali e sotterranee che costituiscono la ricchezza della Lombardia.
Giova comunque valutare l’ammontare delle precipitazioni anche, in modo relativo, oltre che in termini assoluti. L’area alpina, molto rilevata rispetto alle aree circostanti, costituisce la zona più piovosa di tutto il continente eurasiatico, con un prezioso contributo delle nevi, che rappresentano un volume “congelato” (non solo in senso metaforico) che si rende disponibile in tempi lunghi invece che defluire rapidamente. In un sistema di riferimento a scala europea si osserva molto bene che la zona centrale delle alpi si caratterizza per una piovosità elevata, ha indubbiamente favorito lo sviluppo di una delle più ricche attività agricole in Europa.
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Foto di Eppiluk, Peteraq e Kayatrek (INUIT DEL LARIO)
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