"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

venerdì 9 gennaio 2009

ACQUA E ROCCIA: “MARI” DELLE PREALPI E ISOLE BLU

Lario e montiI grandi laghi prealpini esprimono pienamente il senso dell’opposizione tra “mare” e monte, perché accomunano acqua e roccia, orizzontale e verticale, blu di “terra” e blu di cielo in spazi ristretti. Pur assomigliando a piccoli mari, balenabili e navigabili, fanno parte a tutti gli effetti dell’universo alpino.

Monte Barro, Lario, Adda e Lago di GarlateAlla fine aveva ragione il Manzoni nei Promessi Sposi: “Monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente…” E’ questa la prima caratteristica dei grandi laghi prealpini e della gente che li abita: la dipendenza dalla roccia e non dall’acqua, il radicamento ai pendii e non alle coste. Anche il mito delle palafitte, è in buona parte da buttare via, perché, come nota Francesco Fedele, “non è vero che nei laghi delle Alpi e delle Prealpi l’abitazione avesse luogo sull’acqua. Così come non è vero che i “palafitticoli” o lacustres fossero una civiltà a sé. Il miracolo delle palafitte si riduce al fatto che acqua e torba hanno conservato i pali e il legno, mentre i villaggi su terra sono scomparsi”.

Monte Moregallo e barche a vela sul LarioEppure i laghi prealpini offrono realtà tipiche delle terre d’acqua, per esempio la vicenda secolare della navigazione lacustre, la storia dei pesci e dei pescatori di lago, la biodiversità sotto il pelo dell’acqua. Il fatto è che, barche a parte, pesci e pescatori sono presenze quasi “clandestine” e io li accomunerei a noi “kayakers di lago” che come i pescatori che ancora lavorano sui nostri laghi, possono essere definiti con un po’ di enfasi “uomini invisibili”, che pescano (o pagaiano) lontani dai luoghi più frequentati, in un ambiente che solo loro (e noi pagaiatori) conosciamo in tutti i suoi diversi aspetti: fondali, coste, correnti e venti, pesci e uccelli.

L'alto LarioInfine i laghi prealpini sono terra di gente, autoctone e non. Alcune delle città più densamente abitate sorgono sui laghi (Lecco per esempio), alcune coste sono costruite fino all’ultimo centimetro, ville e alberghi segnano le villeggiature. Perché intorno ai laghi schiacciati dalle montagne lo spazio è avaro, e l’acqua, sulle carte geografiche, è solo un’isola blu.

Lecco e il LarioTesto di Enrico Camanni – editoriale della pubblicazione n. 18 “’Mari’ delle Alpi” del periodico Alpe e modificato da Nerrajaq.
Foto di KAYATREK (Inuit del Lario).
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