"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

lunedì 3 dicembre 2012

IL TOPORAGNO D’ACQUA, UN ESPERTO NUOTATORE


Appartiene all’ordine Insectivora famiglia Soricidae, piccoli mammiferi a dieta insettivora che vivono in ambienti non eccessivamente secchi. Il suo nome scientifico è Neomys fodiens. Di taglia piccola, lungo da circa 6,5 a 9,5 cm. Tuttavia, insieme con il Toporagno acquatico di Miller, è la specie più grande e con la colorazione più scura tra i toporagni europei. Il dorso è invariabilmente quasi nero, mentre la parte ventrale è più variabile, da marrone chiaro a grigio argento e, a volte, nera come il dorso. Come nel genere Sorex i denti hanno cuspidi di colore rosso e le orecchie sono poco evidenti sporgendo poco dal pelo. 




E’ il più “acquatico” tra i toporagni europei: abita le rive ricche di vegetazione dei fiumi, torrenti e laghi. A volte si trova anche presso piccoli fossati, stagni, paludi e aree umide retrodunali. E’ abbastanza mobile e, occasionalmente, può essere rinvenuto lontano dai corsi d’acqua, per esempio nell’interno dei boschi. Possiede un’ampissima distribuzione altimetrica, si trova dalla pianura fino a circa 2500 m di quota sulle Alpi. Molto abile nel nuoto e agile sul terreno, cattura larve e adulti di insetti sia sott’acqua che sulla terraferma. Un carattere peculiare dei toporagni d’acqua è la presenza di una “carena”sulla coda, ovvero una cresta prominente di peli rigidi colore argento. La lunghezza della cresta in questa specie è estesa a tutta la coda. Anche i piedi hanno simili frange di peli, che hanno la funzione di facilitare il nuoto. 


 


Diffuso in quasi tutto il continente euroasiatico. In Italia è presente nelle regioni centro settentrionali. La sua distribuzione regionale, frammentata, ma comunque riferita ad’area abbastanza ampia, è forse viziata da lacune conoscitive. Non è possibile quantificare in modo preciso l’entità delle popolazioni di questo insettivoro; sembra comunque essere in regresso soprattutto nelle aree planiziali. 



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