La "notte polare" e il suo contrario “il sole di mezzanotte”, si spiegano con la rotazione della Terra intorno al Sole. Questo fenomeno cadenza le stagioni, con giornate sempre più brevi in inverno e sempre più lunghe d’estate (nell’emisfero boreale) e si accentua verso i poli, in quanto la Terra è inclinata sul suo asse di rotazione. All’Equatore, invece, le giornate hanno tutto l’anno una durante costante di 12 ore.
Nell’emisfero Nord, tra il 23 settembre e il 31 marzo, il sole non sorge sulle regioni dell’Artico comprese tra il polo Nord (90° N) e il circolo polare (66° 33’ N). L’oscurità è quasi totale durante 174 giorni al polo e per appena 90 giorni a Thule, in Groenlandia, la città più a nord del mondo (76° N).
Può accadere però che la notte polare sia rischiarata da un’aurora boreale. Lunghe veli fluorescenti verdi, gialli o azzurri ondeggiano nel cielo per molti minuti. Un tempo considerate magiche, queste tende di luce si formano negli strati alti dell’atmosfera, ad un’altitudine di 100-150 km. Le aurore boreali sono un fenomeno elettrico che si verifica fra gli atomi o le particelle di polvere che circolano nella stratosfera.
L’Orsa maggiore è particolarmente visibile nelle regioni polari. Gli antichi greci la chiamavano “arctos” (l’orso), che è all’origine della parola “artico”.
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