"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

venerdì 5 settembre 2008

L’USCITA BAGNATA DAL KAYAK (WET EXIT)



Uscire dal kayak dopo un rovesciamento, trovandosi con la testa sott’acqua, è una manovra che ai principianti ma talvolta anche agli esperti può creare ansia. Per questo motivo è opportuno esercitarsi fin all’inizio, possibilmente in acque tiepide e con l’assistenza di un istruttore o di kayaker esperto, ma è consigliato anche a chi pratica il kayak da mare da molti anni per non rischiare di essere impreparati all’uscita bagnata dal kayak. Vediamo quindi quale è il modo migliore per uscire dal kayak in posizione di rovesciamento. La prima cosa da fare per uscire dal kayak è flettere il busto in avanti, spingendo la testa verso il paraspruzzi. Questa è una posizione di sicurezza in quanto si riduce la possibilità di esporsi agli eventuali ostacoli presenti in acqua (magari siamo vicini a riva o in prossimità di una scogliera). Una volta in posizione di sicurezza, si apre il paraspruzzi tirando l’apposita maniglia e, appoggiando le mani sulla coperta del kayak all’altezza dei fianchi, si fa leva sul pozzetto per sfilare glutei e gambe del pozzetto. L’azione che si compie è simile a una capovolta in avanti, e solo quando le gambe sono uscite completamente dal kayak è possibile risalire verso la superficie. Durante questa manovra è essenziale tenere la pagaia con una mano, per evitare di perderla; si può anche posizionarla sotto l’ascella così le mani sono libere di agire. Una volta riemersi, si raddrizza lo scafo e si infila la pagaia nel pozzetto. Per rientrare nel kayak esistono vari metodi: autosalvataggio (con paddle float o tecnica del rientro e eskimo) oppure salvataggio assistito (ma dobbiamo avere uno o più compagni in kayak).

Nerrajaq si esercita in un'uscita bagnata dal kayak .

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