"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

lunedì 5 maggio 2008

L'ORIGINE DEI LAGHI

I laghi della provincia lecchese e comasca sono classificati come “laghi regionali”, poiché hanno conche che dipendono dalle cause generali che hanno modellato la regione in cui si trovano. Sono definiti così per differenziarli dai “laghi accidentali”, formatisi per motivi estranei alla morfologia della regione in cui compaiono, e che devono la loro origine a eventi accidentali, spesso catastrofici, quali frane o terremoti. I laghi regionali vengono distinti in categorie che prendono la denominazione delle origini geologiche della zona: laghi tettonici, laghi vulcanici, laghi carsici, laghi glaciali. Il Lario e gli altri laghi del nostro territorio appartengono alla categoria dei laghi glaciali. Ai tempi delle glaciazioni i movimenti dei ghiacciai alpini hanno predisposto le conche lacustri in due modi: scavando direttamente entro la roccia oppure sbarrando valli e depressioni con il materiale morenico.
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Verosimilmente i ghiacciai non furono in grado di scavare nuove valli, ma rimodellarono ampiamente valli preesistenti entro le quali si erano incanalati. Allo sbocco della valle glaciale in pianura fu depositata una enorme quantità di rocce, che il ghiacciaio recava sul suo fronte, dando luogo a una sorta di sbarramento, detto “anfiteatro morenico”. Le conche formatesi in tale modo sono state occupate dall’acqua allorché iniziò il ritiro dei ghiacciai, al termine dell’era quaternaria, formando dei laghi di dimensioni notevoli, detti anche “laghi terminali”. L’imponenza dei ghiacciai ha determinato un’attività di escavazione particolarmente accentuata, così che le conche degli attuali laghi terminali si spingono spesso al di sotto del livello del mare prendendo in tal caso il nome di “criptodepressioni”. Le grandi profondità raggiunte dai laghi terminali possono trovare anche un’altra spiegazione, forse ancora più convincente. E’ infatti possibile che le conche lacustri siano state scavate così profondamente in tempi geologici precedenti le glaciazioni. Secondo questa ipotesi le valli si formarono durante il periodo Messiniano, quando si verificarono lunghe stagioni di siccità, in corrispondenza delle quali il Mediterraneo si prosciugò, portando il livello del mare a una quota di oltre 2000 metri inferiore rispetto a quella attuale. I corsi d’acqua che scorrevano nelle valli assunsero quindi una pendenza decisamente superiore e, di conseguenza, aumentarono enormemente le proprie capacità erosive, scavando in profondità i solchi vallivi, sui quali in seguito si sarebbero sviluppati, ampliandoli e rimodellandoli, i grandi ghiacciai.
I laghi terminali, avendo occupato una valle glaciale, hanno in genere una forma allungata, con pareti molto ripide e profondità massime nei pressi del centro del bacino. L’origine di questi laghi è abbastanza recente, poiché si ritiene che le valli glaciali siano state invase dalle acque circa 15.000 anni fa. Le loro acque sono fredde in virtù dei notevoli apporti glaciali che affluiscono ancora oggi, e in origine, prima degli impatti antropici degli ultimi decenni, erano relativamente povere di vita. Sia il Lario che il Ceresio sono laghi glaciali terminali.
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Sempre di origine glaciale, ma del tutto diversi per conformazione e caratteristiche sono i cosiddetti “laghi sbarrati da morena”, formatisi in seguito alle deposizioni di materiale morenico in forma di cerchie in pianura, allo sbocco delle valli principali. Questi laghi non occupano le lunghe e profonde valli glaciali, ma solo le aree immediatamente a contatto con le cerchie moreniche, che talvolta riescono a trattenere le acque perché sono compattate e rese impermeabili dalla presenza di materiale molto fine. In relazione alle particolari modalità di formazione, i laghi sbarrati da morena sono sempre poco profondi. Un particolare tipo di lago sbarrato da morena può sorgere nei punti di intersecazione di più cerchie moreniche, formatisi durante le numerose oscillazioni del fronte del ghiacciaio. Nell’anfiteatro del Lario il laghi di Annone, Pusiano e Alserio sono laghi glaciali intermorenici.

Foto di Riccardo Agretti.

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