"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

lunedì 7 ottobre 2013

GEOGRAFIA DELL’ARTICO (4)



In breve, la parte superficiale delle acque artiche si diffonde dal bacino polare e penetra nell’arcipelago canadese, raggiungendo il mare di Beaufort. La parte più cospicua si dirige verso sud, lambendo la costa orientale della Groenlandia e risalendo la costa occidentale per circa 500 chilometri; un ramo secondario scende dalla baia di Baffin, costeggiando il Labrador e l’isola di Terranova. Infine una corrente glaciale scende dallo stretto di Bering costeggiando la penisola dei Ciukci e la Kamcatka. 





La bassa salinità, inferiore al 34 per mille, dovuta all’apporto dei fiumi che versano le loro acque nell’Oceano Artico e la temperatura inferiore a -1°C, sono gli elementi che distinguono le acque artiche. Accanto alle correnti descritte, dirette da Nord a Sud, scorrono correnti più calde e più concentrate che salgono da Sud a Nord, con un contenuto salino oltre il 35 per mille e temperature sopra lo zero. Fra queste correnti, la più importante è quella nord-atlantica, meglio conosciuta come Corrente del Golfo, la cui influenza, oltre che sulle isole Svalbard, si fa sentire sulle coste norvegesi e lungo la penisola di Kola (dove il porto di Murmansk è libero dai ghiacci tutto l’anno), raggiungendo infine la Novaja Zemlja. 





Come si può notare, anche per i confini marini dell’Artico è difficile stabilire un delimitazione netta; gli oceanografi distinguono comunque le acque artiche da quelle subartiche in base a differenti parametri di salinità e di temperatura. Lo studio dei percorsi delle differenti correnti marine e il calcolo della loro portata hanno permesso di tracciare una linea di demarcazione più attendibile. 




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