La pesca sui laghi di Brianza ha una storia antica, le prime citazioni le troviamo in epoca medioevale. I cronisti milanesi dicono di tali località: “ci vengono i pesci che arricchiscono in quaresima le mense di città”. Sul lago di Pusiano sono stati ritrovati ami di bronzo e galleggianti in legno per reti oltre a resti di case su palafitte che testimonino la pesca anche in epoca preistorica.
I diritti di pesca erano di proprietà dell'arcivescovo di Milano che concedeva a vari affittuari per un canone in "pescato" e in denaro. Durante la quaresima, infatti, secondo la regola non si può cibarsi di carne ma è lecito farlo con il pesce, introducendo così la sana abitudine di consumare tale prodotto, per chi ne aveva la possibilità.
Negli anni la pesca sul lago è andata impoverendosi per l'aumento della popolazione locale che ha riversato sul lago gli scarichi fognari, poi con l'industrializzazione con i suoi inquinanti quali i metalli pesanti, infine con la pesca intensiva svolta a cavallo degli anni trenta del secolo scorso dalle società all'epoca concessionarie dei diritti di pesca.. Attualmente la pesca è solo a livello amatoriale, anche se il Comune ha emanato un apposito regolamento per evitare l’ulteriore depauperamento della risorsa ittica. In particolare è diffuso il CarpFishing:
Il Carpfishing, nato in Inghilterra nel 1978, è per definizione una specifica tecnica di pesca sportiva volta alla cattura di grossi esemplari di carpa di varie specie tra cui specchi, regine e cuoio che, una volta pescati, vengono rilasciati, ma non prima di aver fatto una foto ricordo. Un principio fondamentale della disciplina del Carpfishing è l’assoluto rispetto del pescato e dell’ambiente che circonda il pescatore; infatti, il pesce viene trattato con ogni cura adagiandolo su di un apposito materassino, che gli impedisce di ferirsi. Normalmente, i carpisti campeggiano sulle sponde del lago vicino a dove praticano la pesca e come regola primaria ed assoluta c’è il rispetto della natura; infatti utilizzano tende e attrezzature di colore mimetico, evitano grida e schiamazzi inutili e non lasciano rifiuti di nessun genere. Anche i terminali sui quali si collega l’esca, vengono costruiti in modo da arrecare il minor danno possibile alla carpa. L’attrezzatura del carpista è composta da tre canne di lunghezza che varia dai 12 ai 13 piedi di vario libraggio, mulinelli che devono essere di grossa consistenza e robustezza e dai segnalatori che suonano ogniqualvolta il pesce abbocca. Le carpe si nutrono di microrganismi, cozze, crostacei e nutrimento che offre il lago oppure di boilies che sono degli inneschi di forma sferica composti da svariati tipi di farine, alle quali vengono aggiunti degli aromi e successivamente cotte al vapore. Il Carpfishing è una tecnica che si sta diffondendo sempre di più tra i giovani italiani ed europei; tra questi ci sono anche numerosi ragazzi della Brianza.
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Testo di Luis (Inuit del Lario)
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