Dal 20 gennaio all’11 marzo 2012 il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, l’Associazione Circolo Polare di Milano e l’Ambasciata di Norvegia in Italia organizzano la mostra “150 Anni di Esplorazioni Polari: dalla Groenlandia di Nansen al Polo Sud di Amundsen-Scott”, mostra storica e informativa sulle esplorazioni polari in coincidenza dei 100 anni dal raggiungimento del Polo Sud e dei 150 anni dalla nascita di Fridtjof Nansen.
L’esposizione evidenzia il ruolo degli esploratori polari italiani: Giacomo Bove, Luigi Amedeo di Savoia Duca degli Abruzzi, Umberto Nobile, Leonardo Bonzi, Silvio Zavatti e il “lariano” Guido Monzino. L’iniziativa intende ricordare anche Gabriella Massa studiosa del popolo Inuit.
Faro per molti esploratori polari, Nansen viene nominato Ambasciatore nel 1906 a Londra per ottenere garanzie di sicurezza per la giovane nazione Norvegia. Dal 1920 è chiamato dalla comunità internazionale a risolvere tragiche situazioni umanitarie. Ridà dignità a milioni di persone attraverso la creazione del Passaporto Nansen ed è insignito del premio Nobel per la pace nel 1922 per la sua opera umanitaria e di mediazione. Crea l’Alto Commissariato per i rifugiati, predecessore dell’attuale UNHCR – Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.
Nansen è il grande maestro e mentore di Amundsen: lo stimola a studiare la meteorologia e il magnetismo terrestre, lo consiglia a conoscere da vicino il popolo Inuit. Nel 1909 Amundsen parte per la storica spedizione al Polo Sud in contemporanea con quella comandata da Robert Scott. Naviga con la nave FRAM progettata da Nansen. Il 19 ottobre del 1911 Amundsen lascia il campo base con quattro compagni, quattro slitte e 52 cani e il 14 dicembre 1911 raggiunge il Polo Sud, 5 settimane prima della spedizione di Scott.
Il 12 maggio 1926, Amundsen con Umberto Nobile e Lincoln Ellsworth sorvola per la prima volta con il dirigibile NORGE il Polo Nord e atterra in Alaska. L’Artico si conferma un oceano ghiacciato, come lo stesso Fridtjof Nansen aveva intuito quasi 30 anni prima.
A Torino, saranno programmate anche altre conferenze sulle spedizioni antartiche, occasione per affontare tematiche ad ampio respiro e di attualità legate all’ambiente e ai cambiamenti climatici.
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L’esposizione evidenzia il ruolo degli esploratori polari italiani: Giacomo Bove, Luigi Amedeo di Savoia Duca degli Abruzzi, Umberto Nobile, Leonardo Bonzi, Silvio Zavatti e il “lariano” Guido Monzino. L’iniziativa intende ricordare anche Gabriella Massa studiosa del popolo Inuit.
Faro per molti esploratori polari, Nansen viene nominato Ambasciatore nel 1906 a Londra per ottenere garanzie di sicurezza per la giovane nazione Norvegia. Dal 1920 è chiamato dalla comunità internazionale a risolvere tragiche situazioni umanitarie. Ridà dignità a milioni di persone attraverso la creazione del Passaporto Nansen ed è insignito del premio Nobel per la pace nel 1922 per la sua opera umanitaria e di mediazione. Crea l’Alto Commissariato per i rifugiati, predecessore dell’attuale UNHCR – Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.
Nansen è il grande maestro e mentore di Amundsen: lo stimola a studiare la meteorologia e il magnetismo terrestre, lo consiglia a conoscere da vicino il popolo Inuit. Nel 1909 Amundsen parte per la storica spedizione al Polo Sud in contemporanea con quella comandata da Robert Scott. Naviga con la nave FRAM progettata da Nansen. Il 19 ottobre del 1911 Amundsen lascia il campo base con quattro compagni, quattro slitte e 52 cani e il 14 dicembre 1911 raggiunge il Polo Sud, 5 settimane prima della spedizione di Scott.
Il 12 maggio 1926, Amundsen con Umberto Nobile e Lincoln Ellsworth sorvola per la prima volta con il dirigibile NORGE il Polo Nord e atterra in Alaska. L’Artico si conferma un oceano ghiacciato, come lo stesso Fridtjof Nansen aveva intuito quasi 30 anni prima.
A Torino, saranno programmate anche altre conferenze sulle spedizioni antartiche, occasione per affontare tematiche ad ampio respiro e di attualità legate all’ambiente e ai cambiamenti climatici.
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