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All’inizio del Quaternario, circa 4 milioni di anni fa, il clima era molto più freddo di oggi. Imponenti ghiacciai denominati “inlandsis” coprivano gran parte dell’Europa e dell’America. Questi ghiacciai sono per la maggior parte scomparsi, tranne in Groenlandia e nell’Antartico. Da oltre due milioni di anni l’inlandsis della Groenlandia è costituito da un enorme strato di ghiaccio che ricopre la maggior parte dell’isola, da cui il nome “calotta glaciale”. Questa cupola si stende su un’area di 1.700.000 km2 e ha uno spessore massimo di 3.500 metri. Sotto il suo peso il centro dell’isola della Groenlandia si è appiattito ed è sprofondato di 300 metri sotto il livello del mare.
Con un volume di ghiaccio pari a 2.700.000 km3, l’inlandsis della Groenlandia rappresenta il 9% circa delle riserve d’acqua dolce del nostro pianeta. Trascinati dal loro stesso peso, i ghiacciai della calotta glaciale si spostano lentamente, erodendo le montagne sottostanti. Solo alcuni picchi rocciosi, i cosiddetti “nunatak”, riescono a squarciare questa copertura gelata.
I ghiacciai giungendo in prossimità delle coste dove scavano fiordi (antiche valli glaciali invase dal mare), si frantumano e sprofondano in acqua. Nascono così giganteschi iceberg che i venti e le correnti spingono verso il largo.
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