Ci capita di incontrarlo nelle nostre uscite invernali in kayak, mentre è intento ad asciugare la ali al sole. Appartiene all’ordine PELECANIFORMES, famiglia PHALACROCORACIDAE, grossi uccelli acquatici con zampe palmate e becco uncinato. Il suo nome scientifico è Phalacrocorax carbo.
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Il nome latino si riferisce al piumaggio, che è quasi del tutto nero, con tenui riflessi metallici sul dorso. In abito nuziale sono bianchi il mento, le guance e le cosce. Durante l’inverno le macchie bianche sulle cosce scompaiono e quelle sulle guance divengono meno evidenti, ma in ogni caso sufficienti per distinguerlo dal Marangone dal ciuffo. Rispetto a quest’ultimo e al Marangone minore è anche più grande, potendo raggiungere il metro di lunghezza complessiva.
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Nidifica sugli alberi e sulle falesie, in prossimità di laghi o mari ricchi di pesce, che sono il suo alimento principale, in colonie talvolta miste con l’Airone cenerino, di cui può riutilizzare vecchi nidi. Il suo nido è una grossa coppa formata da rami intrecciati. Si alimenta esclusivamente di pesce, effettuando movimenti di decine di chilometri tra dormitori e zone di pesca.
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Da poco nidificante in Italia, in Lombardia non nidifica (ma sono ormai diffuse osservazioni di individui anche in periodo estivo), mentre sverna regolarmente sui laghi , sui fiumi e presso gran parte degli ambienti acquatici con sufficienti risorse alimentari.
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La singolare abitudine di posarsi su un albero, su un palo o su una roccia allargando le ali è dovuta alla necessita di asciugare le ali dopo essere stato in acqua. A differenza della maggior parte degli uccelli acquatici i cormorani infatti non hanno il piumaggio impermeabile.
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Foto di Riccardo Agretti.
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Foto di Riccardo Agretti.
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