"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

giovedì 31 gennaio 2008

CACCIA E PESCA PER GLI INUIT


Erano le principali attività alle quali si dedicavano gli Inuit prima di diventare stanziali. Queste due attività permettevano al gruppo di procurarsi il cibo necessario per la sopravvivenza. Quando si cacciava un animale in gruppo, la preda veniva divisa equamente, ma la pelle spettava a chi lo aveva colpito per primo. Mentre gli uomini andavano a caccia, le donne erano molto occupate a squartare le foche che i cacciatori portavano. Con l’aiuto del tipico coltello da donna (ULU), la pelle dell’animale veniva tagliata per tutta la lunghezza, la foca era quindi abilmente sezionata; le costole e le pinne venivano utilizzate per fabbricare gli utensili; cervello, grasso, carne e interiora venivano mangiate. Infine si recuperavano le pelli che una volta lavorate, venivano utilizzate per confezionare l’abbigliamento e gli utensili di vita quotidiana: secchielli, corde, ripari, coperte, tende estive ma anche rivestire il QAJAQ e l’UMIAQ. Quando gli uomini rimanevano all’accampamento fabbricavano gli utensili: arpioni, sonde, coltelli, trapani ad archetto, utilizzati per costruire la slitta, il QAJAQ e l’UMIAQ

4 commenti:

  1. Guardando l'immagine e anche altre foto di inuit in kayak, sarei curioso di sapere che cosa sono e a cosa servono esattamente: quella specie di "trepiedi rotondo" che si trova davanti al pozzetto e quel "telo" teso a prua.
    Immagino possano essere accessori utili per la caccia ...o forse ad altro ?
    Chi sa darmi la risposta ?

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  2. Ciao a Tutti.
    Sono Niko (pagaie Avatak)! Vorrei rispondere a Eko circa la richiesta di informazioni riguardo quella specie di treppiede sul kayak dei cacciatori Inuit.
    Allora: si tratta di una specie di mulinello sul quale vienne avvolta la sagola che attaccata all'arpione, si srotola al momento che viene colpito l'animale. Al termine della sagola è fissata una boa, chiamata Avataq (era fatta di pelle di foca gonfiata), che serve a localizzare l'animale colpito fino al suo recupero.
    Vorrei informarvi che ho realizzato un prototipo di arpione come quello degli Inuit.
    Non con l'intenzione di andare a caccia alle foche, ma per organizzare delle gare di caccia simulata ad un bersaglio a forma di foca.
    L'arpione, è composto da tre pezzi che si possono separare al momento dell'impatto lasciando la punta a lama con la sagola attaccata nel bersaglio. L'arpione si scaglia con il Norsaq (assicella di legno)
    La punta da bersaglio però è fatta in modo che non danneggia troppo il bersaglio.
    In questo modo intendo creare una nuova ragione per divertirsi in kayak senza fare del male a nessuno.
    Prossimamente vi inviterò ad una garetta di collaudo.
    Un saluto a tutti.
    Niko

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  3. Se non ricordo male quel "telo bianco" teso sulla prua del kayak serva per nascondersi durante la caccia alla vista della preda, che in genere è una foca, in modo da non spaventarla e potersi avvicinare a misura di arpione. La foca, stando in acqua, ha un punto di vista molto basso ed è sufficiente quel pezzo di stoffa per nascondere alla sua visuale la sagona dell'inuit che sporge dal kayak.

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  4. Gli Inuit avevano un grande rispetto del gruppo di caccia, abbiamo da imparare.

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