"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

lunedì 29 giugno 2020

LA CUCINA NEL GAVONE




Un panino al volo, qualche snack, un sacchettino di frutta secca ed una mela o una banana. Tanto basta per la maggior parte delle uscite in giornata. Quando però l’escursione prevede il pernottamento al bivacco è necessario attrezzarsi con qualcosa per cucinare. Anche durante la stagione invernale un pasto caldo può essere di gran conforto e, sebbene possa sembrare una perdita di tempo mettersi a cucinare quando le ore di luce sono poche, qualcosa che non richieda preparazioni come una semplice zuppa da scaldare o dei ravioli in brodo saranno un’ottima scelta ed un grande aiuto a “digerire” il freddo.



L’attrezzatura da cucina è croce e delizia di ogni escursionista ed il fornelletto ne è il componente principale. Vi sono varie scuole di pensiero: a gas, ad alcool o a legna arrivando anche ai piccoli fuochi accesi al suolo in un cerchio di pietre; tutte soluzioni di cui ognuno ha la sua preferita.



Io preferisco il gas, molte sono le tipologie ma trovo che il classico Campingaz con bombolette a forare sia economico, comodo e più che idoneo.Mi ha dato problemi solo una volta con il freddo estremo: dopo un bivacco notturno alla ragguardevole temperatura di  -10°C non ne ha voluto sapere di partire, ma usavo una classica cartuccia a butano (di quelle che si trovano anche in ferramenta). Volendo impiegare il gas in inverno consiglio l’acquisto di bombolette a propano che non presenta inconvenienti con temperature di gran lunga sotto gli 0°C. Più raramente utilizzo un fornelletto a legna, ma richiede più preparazione (trovare legna asciutta, sminuzzarla, accendere il fuoco con un’esca ed effettuare continui “rabbocchi” di carburante) e sarà quasi impossibile rimuovere completamente l’annerimento da pentole e padelle… ma la fiamma di questo fuoco ha un fascino irresistibile.



Per la cottura dei cibi, in commercio, ci sono numerose gavette progettate per l’outdoor con manici richiudibili, adatte alla cottura su fuochi liberi e che durante il trasporto diventeranno i contenitori in cui stivare e dividere la cambusa ed i suoi utensili. Acciaio inox o allumino sono ugualmente impiegate ed, anche qui, le preferenze sono del tutto personali; in entrambi i casi ci farete presto la mano a cucinare in padelle dallo spessore di molto inferiore rispetto a quelle di uso domestico. Volendo evitare acquisti dedicati si troveranno facilmente pentolini e padellini anche in casa, specie nelle cucine delle nonne che hanno conservato accessori di un’epoca in cui manici in plastica e rivestimenti antiaderenti non erano così diffusi. In un bollilatte si può fare un piatto di pasta o un risotto, mentre le care vecchie tazze di latta smaltata sono adatte per fare un thè, prestando attenzione a non ustionarsi le labbra mentre lo si beve. Troverete utile anche conservare i contenitore delle sorprese degli ovetti kinder che, fatti in plastica alimentare, saranno degli ottimi porta spezie a costo zero mentre le piccole bottigliette di alcuni succhi di frutta possono trasportare sughi o altri condimenti; le possibilità di reimpiegare contenitori di cibi sono infinite. Sconsiglio caldamente l’utilizzo dei cilindretti in cui si acquistano i rullini delle macchine fotografiche analogiche; molti escursionisti li impiegano per sale, zucchero ed altre spezie ma non credo siano in materiale adatto al contatto con i cibi.

FORNELLETTO A LEGNA E PICCOLO TAGLIERE


Per quanto riguarda la pulizia delle stoviglie ovviamente vietatissimi saponi di ogni tipo ma, con un poco di esperienza, scoprirete di poter fare a meno anche della spugna: sabbia, cenere, muschio o posidonia vi basteranno per pulire accuratamente il tutto e rimarrete sorpresi del potere sgrassante ed abrasivo di questi prodotti che il supermercato della natura ci mette a disposizione in gran quantità.



In alcuni casi sarà necessario un tagliere, ve ne sono di piccolissimi in teflon. Si trovano nei comuni negozi di casalinghi a poca spesa o dai rivenditori di materiale per escursionismo a prezzi a mio avviso folli. Anche le posate devono essere presenti; molto diffuso è lo “spork” in plastica (ovvero forchetta e cucchiaio assieme). Io preferisco due posate in metallo più tradizionali. Ve ne sono di apposite per l’outdoor ed il campeggio ma, considerando che non facciamo una spedizione in Hymalaya, non soffriremo se anche decidessimo di portarci il peso di quelle che abitualmente usiamo a casa.
Come coltello la lama principale del Victorinox sarà più che sufficiente nella maggior parte dei casi anche se molti, per questioni di igiene, preferiranno avere con sé un coltello dedicato.



Per terminare ci vuole un caffè! Molti mi prendono in giro quando vedono comparire dai gavoni (o dallo zaino) la moka… ma poi, quando l’odore si diffonde, arrivano a reclamarne la loro dose, di gran lunga migliore a qualsiasi surrogato solubile. Sarà un ottima merce di scambio dato che, a questo momento del pasto, salteranno fuori cioccolatini e cordiali vari. La moka più piccola basta per due persone ma, per i raduni, ne ho una mastodontica.

UN FUOCO: LA MANIERA PIÙ PRIMITIVA DI CUCINARE; CON LE DOVUTE CONSIDERAZIONI SUI DIVIETI ED ATTENZIONI ALLA SICUREZZA

Testo e foto di Marco & Gloria (Inuit del Lario - CK90)




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