"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

lunedì 8 giugno 2020

LA CLASSICA PAGAIATA MANZONIANA

10-Manzoni, milanese d'Europa-Località-Manzoniane | Abate Stoppani


«Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni...»

Pescarenico - Wikipedia

Così il Manzoni descrive quel tratto di lago che noi Inuit Del Lario siamo soliti frequentare.
L’incantevole paesaggio, la grande quantità di avifauna e le limpide acque del lago ci accompagnano nelle nostre escursioni.

Oggi abbiamo deciso di intraprendere una gita in kayak con partenza dalle nostre sedi di Vercurago con destinazione Abbadia Lariana e ritorno.

Il percorso, della lunghezza di circa 26 chilometri, comprende il transito da Pescarenico, il luogo dei Promessi Sposi dove il Manzoni scrisse un  brano tra i più famosi dell’opera. L’addio Monti.
“Addio, monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto de’ suoi più familiari…”

 

Ebbene, come non parlare di quei monti?

Il Resegone, raffigurato nell’immagine sopra, è il monte al quale noi siamo più affezionati. 
Con le sue nove cime, che ricordano appunto una sega (nel dialetto lecchese “resega”) raggiunge l’altezza di 1875 metri e fa da cornice all’abitato di Lecco.

Un’altra importante vetta, meta dei più famosi alpinisti per le difficoltà di scalata che presenta, è la Grigna. Alta 2410 metri, la sua altezza le permette di essere vista da tutta la pianura Padana nelle giornate di cielo terso e sereno.

Quello che vi ho raccontato fino ad ora, è solo l’inizio del nostro viaggio e direi che con un paesaggio così suggestivo non è affatto male.

Sempre a Pescarenico risalendo l’Adda verso Lecco, si arriva all’isola Viscontea, un isolotto in abbandono dove gli unici ad abitarlo sono gli aironi cenerini, i gabbiani, i germani reali e le folaghe che coi loro canti accompagnano il nostro pagaiare.


 
Lasciato Pescarenico alle nostre spalle, si arriva al ponte Azzone Visconti o comunemente chiamato Ponte Vecchio. Terminato nel 1338 per agevolare i collegamenti tra Lecco e il ducato di Milano e seppure oggi sia cambiato rispetto ad un tempo, resta un simbolo storico della città.
In quel punto, noi kayakers dedichiamo tutta la nostra attenzione.
Quando il livello delle acque è alto, la corrente dell’acqua sotto le arcate del ponte diventa forte creando mulinelli e vortici che rendono relativamente impegnativo il passare oltre.
 

Oggi, è uno di quei giorni e il transito costante di natanti a motore che creano una serie di onde che si riflettono sulle murate della riva e la corrente relativamente impetuosa, ci hanno messo in leggera difficoltà.
Passati sotto le arcate del vecchio ponte e oltrepassato il ponte Kennedy, comunemente chiamato Ponte Nuovo, fu inaugurato nel 1955 ed intitolato al presidente statunitense nel 1963 dopo il suo assassinio, ecco apparire il lungolago di Lecco.
 

Nel panorama spicca la basilica di San Nicola col suo campanile (“Il matitone”), alto 96 metri è tra i dieci più alti d’Italia e il secondo più alto in Lombardia.
Il bel lungolago ci accompagna fino alla fine dell’abitato e il tragitto prosegue sotto le pareti verticali del monte San Martino citato da Manzoni nel suo romanzo, anche se assegnandogli poca importanza rispetto al monte Resegone di cui vi ho detto sopra.
 
“La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di san Martino, l'altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune...”

 
lecco e monte coltignone (con immagini) | Laghi, Paesaggi, Foto

Una montagna che i lecchesi definiscono “marcia” per via della sua conformazione morfologica e anche a seguito di svariati episodi franosi di crollo nel corso degli anni.

Per alcuni chilometri, la nostra escursione procede tra acque increspate da una brezza che rende meno monotono il nostro procedere e accanto a noi lo scorrere di un paesaggio ricco di massi che intercalano in piccole spiagge di solito gremite dai bagnanti.

Giunti alla località di Abbadia Lariana, la nostra allegra brigata approda e dopo circa due ore di pagaiare, anche la fame non tarda a reclamare il dovuto.
Un panino e una birra in compagnia, sono l’occasione per un goliardico convito e dopo esserci rinfrescati con un bagno nelle acque del nostro lago, la comitiva riprende il viaggio di rientro.

Attraversiamo e ci spostiamo sull’altra sponda rispetto l’andata, praticamente sulla sponda ovest del lago, quella che unisce le località di Valmadrera a quella di Bellagio.

Da Abbadia Lariana ci troviamo in località Melgone, e la costa assume un aspetto particolarmente suggestivo con le pareti rocciose che si tuffano nelle acque del lago.
Su questo lato, la costa appare quasi disabitata, solo alcune villette isolate e le strutture di rinforzo della strada panoramica. Alcune piccole spiagge intercalano le pareti rocciose.

Il profilarsi all'orizzonte di un abitato, ci segnala l’arrivo in località Paré di Valmadrera dove c’è un porto per il ricovero dei natanti e noi cogliamo l’occasione per divertirci zigzagando tra essi.
Una grande ansa e ecco il comune di Malgrate sulla destra e sulla sinistra la città di Lecco.

 
Malgrate è l’ultimo paese del ramo del lago. Il ponte Kennedy di cui vi ho detto in precedenza, funge da confine tra Lario e Adda.
Dopo essere passati sotto le arcate del ponte Nuovo, il tragitto del rientro diventa comune a quello di andata.

Capita spesso, per chi ci vive, di non riuscire ad apprezzare quello che la natura gli mette a disposizione. Il lago, i fiumi, le montagne con i loro mille sentieri, i panorami che si possono osservare seduti dentro un guscio di noce con una pagaia tra le mani oppure dalla vetta di un monte, il lavoro dei nostri antenati con quei cenni murari che ti riportano ad un passato recente e antico nel contempo. I prati, i boschi, la flora e la fauna. Tutte cose che col passare del tempo possono diventare famigliari, una routine che scorre davanti agli occhi senza più destare fascino e meraviglia.

E poi…

Quando ci si sofferma un istante, col pensiero libero dagli impegni quotidiani e con lo sguardo su quei particolari che rendono le cose differenti dal solito, capisci il loro valore inestimabile.
Allora, solo allora ti rendi conto che stai pagaiando in un paradiso!

Testo di Vittorio (Inuit del Lario - CK90)

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