Il mezzo liquido è dunque di importanza fondamentale per il clima delle regioni più settentrionali: lo scambio fra le acque fredde, poco saline e quindi superficiali che escono dall’Artico e quelle più calde, più saline e quindi profonde che vi entrano, provenienti dall’Atlantico e dal Pacifico, è rappresentato dal seguente bilancio:
ENTRATE | USCITE |
Atlantico 85% | Corrente Groenlandia orientale 75% |
Pacifico 8% | Corrente canadese 25% |
Fiumi 4% | |
Precipitazioni 3% |
Entrambe le correnti – calde e fredde – totalizzano una portata di 4,5 milioni di metri cubi al secondo.
Ma come si forma il ghiaccio? Con quale meccanismo laghi e mari congelano? Vi è una grande differenza tra la formazione del ghiaccio in acqua dolce e quello in acqua salata. Nel primo caso basta che la temperatura scenda sotto lo zero perché si formi una lastra lucida e trasparente, il cui spessore tende ad aumentare se la bassa temperatura persiste. Per esempio nel lago Baikal si possono vedere bene i pesci nuotare attraverso una crosta trasparente di un metro di spessore. Naturalmente la formazione di ghiaccio è facilitata dall’assenza di un modo ondoso; inoltre, il ghiaccio comincia sempre a formarsi sulla fascia litorale per avanzare poi verso il centro del bacino, mentre al momento del disgelo la fascia esterna è la prima a sciogliersi.
Nel caso di ghiaccio marino il meccanismo è più complicato, a causa della concentrazione salina; la temperatura deve abbassarsi maggiormente e deve iniziare un processo per cui la superficie dell’acqua perde gradualmente sale che si deposita sul fondo, mentre al contatto con l’aria, si forma un poltiglia di cristalli di sale e di ghiaccio. La formazione di ghiaccio è facilitata negli estuari dei fiumi (minore salinità), nelle baie tranquille (minore moto ondoso e meno vento) e lungo le coste (dove il fenomeno dell’alta marea è trascurabile).
Fonte: Il meraviglioso universo del grande Nord.
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