"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

lunedì 9 dicembre 2013

IL REGNO DEL QAJAQ (2)


Un’altra conseguenza prodotta dell’inversione termica è la rifrazione delle immagini all’orizzonte, che dà luogo alla comparsa dei miraggi o della cosiddetta “fata morgana”: l’immagine di un isola, di una catena di montagne, di una nave o di quant’altro all’orizzonte, appare proiettata nel cielo spostata di qualche grado rispetto alla propria effettiva posizione, spesso anche con immagine plurima o capovolta. Sono episodi storici la visione delle catene montuose che bloccò John Ross mentre avanzava nel canale di Lancaster e la più volte intravvista Terra di Crocker (Crockerland) da parte di Robert Peary: entrambi gli avvistamenti risultarono del tutto inesistenti. 



Mentre l’aria limpida dell’Artico può consentire la massima visibilità in caso di mancanza di vento, diverse condizioni meteorologiche possono ridurre la visibilità a zero. Durante l’inverno e la primavera, con aria fredda e asciutta, i cristalli della superficie nevosa, anche se non depositati di recente, possono essere alzati dal suolo da un vento di soli 15 chilometri orari; con l’aumentare della velocità eolica, l’aria di riempie di particelle di neve trascinate vorticosamente, capaci di ridurre la visibilità a pochi metri di distanza. In queste condizioni un aereo non è in grado di atterrare, i cani da slitta si rifiutano di trainare carichi contro vento e perfino un gruppo di studiosi, non in grado di raggiungere gli strumenti di misurazione, installati poco lontano da campo base, senza l’ausilio di corde predisposte tempestivamente. Il fenomeno della neve trasportata dall’aria può manifestarsi anche per più di cento giorni nell’arco di un anno, nelle aree dove i venti sono più frequenti. 




In condizioni di calma e bassa pressione, la nebbia ghiacciata è un inconveniente paralizzante: essa è causata dal vapore emesso dai camini e dai tubi di scappamento dei veicoli, si forma soprattutto sopra aeroporti frequentati e in prossimità di impianti minerari e industriali. A fronte di questi fenomeni locali, ben più grave è la nebbia gelata che si forma a seguito dell’ingresso di una corrente d’aria proveniente dall’Atlantico o dal Pacifico in regioni ancora in condizioni invernali o sulla banchisa. I flussi d’aria meridionali sono più ricchi di umidità e in presenza di superfici fredde la cedono gradualmente sotto forma di precipitazioni, causando una mancanza totale di visibilità, che può durare per 8-10 giorni. 




Fonte: Il meraviglioso universo del grande Nord.

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