"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

lunedì 2 settembre 2013

GEOGRAFICA DELL’ARTICO (3)


Negli scorsi decenni sono state proposte molte altre definizioni per stabilire i confini della regione artica, ma tutte si sono dimostrate per la presenza di numerose eccezioni. Attualmente si accetta una suddivisione tra Artico e Subartico che essenzialmente si rifà ai parametri fissati in precedenza, ponendo soltanto agli stessi limitazioni più strette a seguito di rilievi scientifici compiuti dopo la Seconda Guerra Mondiale. 




Detta suddivisione è valida per la tundra, con l’esclusione della calotta polare e dell’inlandsis della Groenlandia: la temperatura media del mese più caldo dev’essere compresa tra + 10 e 0°C, gli inverni devono essere lunghi e freddi le estati brevi (con possibilità di gelate in qualsiasi mese), il sottosuolo deve essere permanentemente gelato, le precipitazioni devono essere inferiori a 250 millimetri annui e la vegetazione deve essere composta da bassi cespugli, larici, muschi e licheni. 





La delimitazione delle regioni artiche non è completa senza un breve cenno riguardo ai confini marini. Mentre in passato si indentificava quale limite dell’Artico la linea della massima estensione della banchisa durante la stagione invernale, attualmente tale indicazione è stata abbandonata e si preferisce parlare di acque polari in base alle loro proprietà fisiche, ovvero temperatura e concentrazione salina.



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