"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

lunedì 24 settembre 2012

IL TARABUSO, IL TRASFORMISTA DEL CANNETO


E’ un airone di medie dimensioni appartenente all’ordine Ciconiiformes, famiglia Ardeidae. Il suo nome scientifico è Botaurus stellaris. Ha forma compatta e piumaggio mimetico. La colorazione di fondo è marrone-fulvo con striature nerastre, più accentuate sul dorso. Il vertice della testa è bruno scuro mentre la gola è bianca. Il collo, quando l’animale è a riposo, appare tozzo e corto ma in realtà è relativamente lungo, così come il becco, di colore giallo-verdastro. Le dita sono molto lunghe e servono per afferrare le canne e aggrapparvisi. Vola con collo ritirato e battute rapide e regolari. 



In periodo riproduttivo frequenta zone paludose di acqua dolce con vasti canneti e acque poco profonde. Il nido viene costruito a terra su piattaforme di canne. E’ territoriale e può essere poligamo; il maschio richiama emettendo un suono inconfondibile simile a un muggito. Tale cupo richiamo territoriale è udibile a chilometri di distanza. Spesso questo è l’unico indizio di presenza della specie, altrimenti schiva e riservata. Il Tarabuso infatti trascorre gran parte del tempo nel folto del canneto e, se disturbato, assume postura eretta con becco rivolto all’insù, mimetizzandosi perfettamente con la vegetazione emergente. Le popolazioni europee tendono ad essere residenti, in inverno però lo si può trovare anche al di fuori dei canneti e paludi, in aree agricole con canali o rogge. 




La sua distribuzione è discontinua in Europa occidentale fino alla Scandinavia meridionale e alla Russia. In Italia si riproduce nelle zone umide dell’alto Adriatico, in Piemonte, Lombardia, Toscana, Puglia e Sardegna. In Lombardia nidifica nelle paludi del mantovano e del bresciano (è segnalato anche per la Brabbia, in provincia di Varese) e nelle zone risicole del pavese. La stima della popolazione europea è di circa 10.000 coppie; altre 17.000 nidificano in Russia. La popolazione italiana è stimata sotto il centinaio. In Lombardia, grazie all’occupazione delle risaie, siamo oggi probabilmente intorno alle 20 coppie. A partire dal 1800 ha subito un ampio e documentato declino dovuto alla distribuzione dell’habitat; è considerato vulnerabile. 



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