"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

lunedì 9 luglio 2012

L'INSIDIA DEL VENTO



La terra e l’acqua, riscaldati dal sole, trasmettono a loro volta calore all’aria, che così diventa più leggera, sale in quota e viene rimpiazzata dall’aria più fredda, dando origine a un moto convettivo ascensionale: il vento. Differenze di temperatura tra diverse aree geografiche (a seconda delle latitudini, delle stagioni e della natura del suolo) e conseguenti diversità di pressione, danno origine, nello stesso modo, a grandi spostamenti orizzontali di masse d’aria. Questo avviene dal punto di maggiore pressione (zona anticiclonica) a quello di minor pressione (zona ciclonica), e il movimento, cioè il fenomeno del vento, continuerà fino a che l’equilibrio non sarà ristabilito.




Il vento è l’elemento principale che condiziona lo stato dei mari e dei nostri grandi laghi. Possiamo distinguere due categorie di venti: quelli locali o costieri, detti brezze, dovuti in genere alle differenze di temperatura fra il mare e la terra, e quelli sinottici, che sono legati alla situazione meteorologica su scala geografica e che percorrono lunghe distanze. Non sottovalutiamo il regime di brezza. Tali fenomeni locali possono raggiungere forza 5 della scala Beaufort. Le ore di maggiore intensità sono quelle intorno a mezzogiorno e al primo pomeriggio. Di giorno si hanno brezze di mare, perciò il vento è diretto verso terra. Di notte, invece, poiché la terra si raffredda molto più velocemente del mare e le condizioni si invertono, si hanno brezze di terra (sempre molto deboli) e il vento spira verso il mare. La presenza di rilievi lungo la costa può accelerare i venti, aumentandone localmente l’intensità. Canaloni o valli prospicienti il mare possono avere lo stesso effetto.




Il vento è l’unico vero problema meteorologico per il kayaker marino. Non c’è pioggia, grandine o nebbia che possa creare altrettanto disagio. E’ il vento che rallenta, che fa perdere l’equilibrio, che ci fa cambiare direzione e cattura la pagaia. Con vento forte, il kayak e quasi impossibile da girare. Il vento da prua ci fa andare molto lenti e ci fa consumare energia, quello di poppa ci fa cambiare la rotta in continuazione. Le onde che si abbattono continuamente sui ponti iniziano a farsi strada attraverso il paraspruzzi. Il corpo perde calore per effetto del vento e gli spruzzi accecano e colpiscono il viso. Le forze pian piano diminuiscono e la progressione in avanti è difficoltosa. Siamo quindi pronti ad effettuare appoggi (alti e bassi) per mantenere l’equilibrio, a dare spesso “la pancia” per mantenere la corretta direzione, ad effettuare un eskimo se un’onda ci fa ribaltare.



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