"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

giovedì 21 luglio 2011

LA ROCCA DELL'INNOMINATO



“...da un’alta finestra del suo castellaccio, guardava da qualche tempo verso uno sbocco della valle... e non vedeva mai nessuno al di sopra di sè, nè più in alto.” La Rocca di Vercurago è il simbolo del paese tanto da comparire nel suo gonfalone. Le prime notizie sono dell’800 quando tal Rotfredo detto Prando, Longobardo, fa erigere un castello per sorvegliare la via d’acqua, probabilmente sopra dei ruderi preesistenti di epoca tardo romana.





Il castello diventa poi parte della linea difensiva di Federico Barbarossa, resiste ad un assedio dei Milanesi che si apprestavano a conquistare Lecco nel XIII secolo, diventa dimora di Filippo Benaglio che blocca l’avanzata di Milano mantenendo il territorio sotto il controllo della Serenissima. Ai piedi della Rocca combattono all’epoca famosi cavalieri di ventura: il Malatesta , il Carmagnola e Bartolomeo Colleoni.



La distruzione della fortificazione avvenne nel 1508 ad opera dei francesi, anche se poi Vercurago rimarrà sede di una dogana della Repubblica di Venezia fino alla sua caduta nel 1797 .




Magnifica la posizione della Rocca posta ai piedi del monte Mudarga a soli 340 metri di altitudine permette le viste panoramiche di: Lecco e Lario (Nord), Lago di Garlate con la sede del CK90 (ovest), valle dell’Adda (sud).


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Testo di Luis (Inuit del Lario)
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