Il barbo (Barbus Barbus plebejus), diffuso in tutta l’Europa centro orientale, è una specie gregaria che vive sempre a contatto con il fondo grufolando alla ricerca di cibo. Nel periodo invernale i banchi di questo pesce tendono a radunarsi in anfratti riparati dove riducono le funzioni vitali. Predilige acque correnti con buone portate con acque limpide e fresche e fondali sabbiosi o ghiaiosi. Si nutre di larve di insetti, crostacei, molluschi e detriti vegetali. Si riproduce da maggio a giugno compiendo, se necessario, migrazioni fino a raggiungere bassi fondali ghiaiosi con deboli correnti. Le uova di questo pesce contengono una sostanza tossica per l’uomo. Si stanno sempre più diffondendo specie di barbo alloctone note come barbo d’oltralpe, barbo del Danubio, barbo iberico: non è ancora chiaro se si tratti della stessa o di più specie; presentano colorazioni di corpo e pinne più scure e barbigli più lunghi. Il barbo è confondibile con il barbo canino e, quando di piccole dimensioni, con il gobione. E’ presente nell’Adda e nella parte terminale del torrente Caldone, raro nel Lario.
COME RICONOSCERLO:
Corpo affusolato con colorazione grigio – verde sul dorso con piccoli punti grigi.
Ventre quasi piatto di colore bianco – giallo, pinne parzialmente aranciate.
Testa di forma allungata e appuntita.
Bocca a “soffietto” con labbra carnose, in posizione inferiore, munita di due barbigli per lato.
Scaglie relativamente piccole.
Può raggiungere gli 80 centimetri e i 5 chili di peso.
Corpo affusolato con colorazione grigio – verde sul dorso con piccoli punti grigi.
Ventre quasi piatto di colore bianco – giallo, pinne parzialmente aranciate.
Testa di forma allungata e appuntita.
Bocca a “soffietto” con labbra carnose, in posizione inferiore, munita di due barbigli per lato.
Scaglie relativamente piccole.
Può raggiungere gli 80 centimetri e i 5 chili di peso.
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Tratto dal sito della FIPSAS di Lecco.
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