Il lago di Como, l’antico Lario dei Romani, è lungo 46 km, ha un’estensione di 145 kmq, una profondità massimo di 410 m e una larghezza variabile tra 4,3 km e 0,430 km. Su di esso soffiano i venti costanti Breva e Tivano. Intorno si susseguono aspre montagne e dolci colline, vallate strette e impervie ed altre ampie e miti, pianure fittamente abitate, piccoli borghi e città, paesi di lago e villaggi di montagna, torrenti impetuosi e il grande fiume Adda. Il territorio Lariano per la sua posizione sui grandi percorsi di collegamento tra l’Europa centrale e il mondo mediterraneo, è da sempre interessato da un intenso flusso di passaggio. Da questa sua posizione geografica ha tratto le ragioni di civiltà varia e profonda, che in ogni epoca ha saputo ricavare dal sapienza della propria gente e dai contatti con i popoli più diversi, gli stimoli alla creazione di affascinanti opere d’arte.
Il Lario spinge il suo vertice all’ingresso della Valchiavenna e della Valtellina, verso i passi innevati e famosi dello Spluga, del Maloja e dello Stelvio, secolari chiavi per i viaggi e i commerci verso la Renania e il Tirolo. Il lago stesso, insieme ad una complessa rete viaria costiera, sostanziata dalla Via Regia e dal Sentiero del Viandante (http://www.sentierodelviandante.it/), era in antichità strada di traffico ricca di tanti approdi: essi originarono paesi ancora oggi guardati da torri e castelli che rimandano alla validità strategica di un percorso continuamente conteso. La scoperta del lago fu innanzitutto dei mercanti e dei barcaioli medioevali, poi degli eserciti che ne tentarono il controllo: inutilmente i Veneziani, efficacemente gli Spagnoli, che vi vollero due piazzeforti, a Lecco contro la Serenissima e a Colico, con il Forte Fuentes, di fronte alle leghe svizzere.
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