"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

lunedì 15 dicembre 2008

COME ANDARE DRITTI IN KAYAK

Eppiluk sul lago di GarlateNella fase di apprendimento della pagaiata in avanti è assolutamente normale trovare difficoltà nel mantenere la direzione del kayak; tutti, anche i più grandi kayaker del mondo, hanno cominciato in questo modo! Non scoraggiatevi: con l’esercizio tutto diventerà semplice e naturale. La prima cosa da imparare non è non andare storti, ma saper correggere prontamente le deviazioni di rotta. Ecco alcuni consigli per imparare più in fretta.

Feduk e Ricky Barone sul lago di GardaScoprire le dinamiche
Per riuscire a mantenere la direzione, occorre capire come il kayak reagisce alle varie sollecitazioni; per fare ciò è molto utile esercitarsi in acqua piatta, senza onde e vento. Con movimenti della pagaia molto lenti e delicati, provate ogni singolo colpo in modi diversi: vicino al kayak o lontano, a destra e a sinistra. Studiate il movimento del kayak che ne deriva e agite di conseguenza. Colpi energici vicini al kayak, anche se apparentemente più efficaci, portano facilmente all’errore, mentre utilizzare la pala lontano dallo scafo aiuta a mantenere la direzione.

Peteraq e Raffy sul lago di GardaIl punto di riferimento
Per mantenere una direzione ben precisa, esiste un metodo eccellente: provate a tracciare una linea immaginaria tra la prua del kayak e un riferimento qualsiasi (un albero o una casa sulla riva, il kayak di un compagno), e cercate di ricondurre il kayak su tale linea ogni volta che tende a cambiare direzione.

Qaqatuq sul lago di GardaLa pagaia come timone
Tutte le imbarcazioni necessitano di un timone, anche quindi il kayak da mare. Anche se secondo il nostro parere il timone non è un accessorio necessario avendo acquisito un buona tecnica di base, nella fase di apprendimento è possibile crearlo attraverso l’uso della pagaia. Un movimento oscillatorio di avvicinamento e di allontanamento della pala dal kayak crea una sorta di timone che aiuta a mantenere la rotta.

Mario e Nerrajaq sul lago di Garda

venerdì 12 dicembre 2008

IL LAGO DI ALSERIO

Il lago di Alserio originariamente formava un unico corpo d’acqua con il lago di Pusiano, in una vasta depressione scavata da una lingua del ghiacciaio wuermiano proveniente dal solco della Valmadrera; i due bacini sono poi stati separati dall’accumulo dei sedimenti alluvionali portati dal fiume Lambro all’uscita della Valassina. Il lago non ha immissari veri e propri, ma è alimentato prevalentemente da sorgenti, infiltrazioni della falda – che affiora sul fondo e sulle rive – e da qualche modesta roggia stagionale. Ha invece un emissario, tributario del Lambro. Incastonato tra il verde delle colline, in un’area fortunatamente ancora non interessata dall’urbanizzazione in modo marcato, il lago di Alserio – forse più degli altri bacini briantei – ha mantenuto un caratteristico fascino selvaggio, quasi inconsueto per un angolo di Brianza.
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Dal punto di vista naturalistico il lago di Alserio riveste comunque un notevole interesse per la presenza di una buona varietà di specie vegetali e animali caratteristiche delle zone umide. La vegetazione che si insedia procedendo dal largo verso le rive coincide con lo schema tipico che si riscontra lungo le sponde dolcemente degradanti degli altri bacini della fascia prealpina. Nel periodo estivo, in alcuni tratti, la superficie del lago ospita le spettacolari fioriture della ninfea bianca e del giallo nannufaro, piante radicate sul fondale e con foglie galleggianti. Avanzando verso la riva compare dapprima una sottile fascia a lisca lacustre, a cui fa seguito il classico Canneto a canna di palude, e, ancora più all’esterno, il Cariceto a carice alta. Alle sue spalle, le azioni di drenaggio e i tagli operati dall’uomo nei secoli hanno favorito la formazione di praterie falciate a nebbia blu. Proprio in questi ambienti, nonostante le modificazioni antropiche, possono essere rinvenute alcune specie rare ed interessanti dal punto di vista conservazionistico: la parnassia, la genziana di palude e i fiocchetti, tutte con carattere di relitti microtermici (cioè legate a microclimi più freddi).
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Per quanto riguarda il popolamento animale, le condizioni eutrofiche del lago hanno condizionato pesantemente gli equilibri tra le specie ittiche, a tutto vantaggio dei Ciprinidi, quali la scardola. Il tratto di palude consente la vita a molte specie di Anfibi e Rettili caratteristici di habitat di questo tipo: la rana verde, il rospo comune, la raganella, la rare rana di Lataste e tartaruga di palude e la più comune biscia d’acqua: la natrice dal collare. Ma il principale interesse faunistico della zona circostante il lago di Alserio è comunque legato soprattutto alla presenza di una notevole varietà di uccelli: sono infatti state censite 64 specie diverse, di cui 54 nidificanti. Tra le specie acquatiche si possono ricordare: lo svasso maggiore – che frequenta le acque aperte, nelle quali si immerge alla ricerca di pesce – e anche la gallinella d’acqua, la folaga, il germano reale, questi ultimi invece più legati alle rive a causa della loro abitudini alimentari prevalentemente vegetariane. Nel fitto dei canneti si possono trovare tipicamente il cannareccione, la cannaiola, la cannaiola verdognola, il migliarino di palude, la salciaiola, il porciglione e il tarabusino. E’ stata rilevata anche la presenza dell’airone cinerino e del falco di palude, probabilmente però non nidificanti. Fino ad una trentina di anni fa circa attorno al lago di Alserio si sono avute segnalazioni della lontra, un interessante mammifero strettamente legato alle acque dolci, ma oggi purtroppo scomparso in gran parte d’Italia.
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Cristiano sul lago di Alserio
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La riva orientale del lago senza dubbio è la parte meglio conservata e naturalisticamente più rilevante. Per tale motivo questa zona è stata dichiarata “Riserva Naturale Orientata” dalla Regione Lombardia ed è stata affidata in gestione al Consorzio Parco Valle del Lambro, in cui tutto il lago è territorialmente inserito. L’area protetta comprende una fascia pianeggiante, attraversata dall’emissario e occupata in gran parte da vegetazione palustre e da prati falciabili e, a meridione, il pendio della collina di Monguzzo, coperto ad un bosco e frassino e a carpino bianco.
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Mony sul lago di Alserio

Il lago di Alserio in cifre.
Altitudine media: 260 m. slm
Superficie: 1,228 kmq.
Perimetro: 5,02 km.
Profondità media: 5,34 m.
Profondità massima: 8,1 m.
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Le foto sono dell’amico Riccardo Agretti e di Eppiluk.
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martedì 9 dicembre 2008

L’USIGNOLO DI FIUME, L’IMPRONTA VOCALE DEL CANNETO

Il suo canto melodioso ci fa compagnia durante le nostre uscite in kayak primaverili sul lago di Garlate. Appartiene all’ordine Passeriformes, famiglia Sylviidae, uccelli in genere di piccola taglia che si nutrono prevalentemente di insetti. Il suo nome scientifico è Cettia cetti. E’ un uccello di piccola taglia, lungo meno di 14 cm. Le parti superiori sono color nocciola, senza striature; inferiormente è biancastro in modo uniforme. Ha una evidente striscia oculare bianca. La coda è larga e arrotondata. Il becco è sottile e appuntito, le zampe chiare. Molto schivo, è più facile da sentire che da vedere. Ha un canto articolato (simile a quello dell’Usignolo) in cui la prima frase è diversa e distinguibile per ogni maschio.


Vive in habitat con vegetazione bassa, solitamente vicino ai corsi d’acqua, laghi, canali, fossati, paludi, canneti. Nidifica tra il livello del mare e i 1000 m., più comunemente al di sotto dei 500 m. di quota, soprattutto nel nord del suo areale. Il nido viene costruito nella vegetazione ad un’altezza dal suolo non superiore al metro. La dieta è costituita da insetti ma altri invertebrati possono contribuire a integrarla. I semi rappresentano un alimento importante nel corso dell’inverno. E’ principalmente sedentario e in Lombardia è ampiamente diffuso in tutta l’area planiziale. La dinamica di popolazione di questa specie residente è fortemente influenzata dall’andamento climatico invernale: in alcuni casi infatti, in Lombardia sono stati registrati decrementi anche del 75%.

sabato 6 dicembre 2008

ASSOCIAZIONE SOTTOCOSTA


E’ una Associazione a livello nazionale nata nel 2001, senza fini di lucro, con lo scopo di promuovere la cultura e la diffusione del Kayak da Mare. E’ composta da praticanti, Istruttori e Guide Marine qualificati e riconosciuti dalle Federazioni di canoa e kayak e da Enti di Promozione Sportiva ed opera su tre aree fondamentali: struttura organizzativa, formazione e costante sviluppo tecnico, Club dei Soci.

Struttura organizzativa

Consiglio Direttivo
Promuove iniziative atte alle diffusione dei kayak da mare sia per gli aspetti tecnici che organizzativi.

Commissione Nazionale di Istruzione
Definisce le attività di formazione dei Tecnici, Istruttori e Guide Marine:
- programmi di istruzione
- regolamenti tecnici
- corsi ed esami
- selezione e preparazione per i Formatori

Collegio Insegnanti
Verifica ed elabora gli aspetti tecnici dell’attività

La formazione

La formazione è tra le attività principali: ai pagaiatori viene proposto un programma in tre corsi fondamentali mentre gli Istruttori e le Guide Marine sono formati, certificati e aggiornati con specifici programmi ad essi dedicati.

Club dei Soci

Al Club aderiscono tutti gli appassionati cui competono:

diritti
- partecipare alle attività promosse dall’Associazione
- ricevere la tessera assicurativa della Federazione Italiana Canoa Turistica (FICT)
- ricevere il periodico “Pagaiando” della FICT
- accedere al sito di Sottocosta e fornendo contributi di esperienze personali con scritti e fotografie
- disporre di una casella di posta elettronica sul sito

doveri
- diffondere la cultura del kayak da mare con particolare riferimento alla “sicurezza”
- consapevolezza delle proprie capacità e dei limiti in relazione all’ambiente
- tendere a migliorare la propria capacità tecnica accettando consigli dai tecnici presenti agli incontri

L’Associazione Sottocosta ha sede in Via della Rena, 50 – 00069 Trevignano Romano (RM) – www.sottocosta.it
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giovedì 4 dicembre 2008

IL LAGO DI MONTORFANO

E’ il più piccolo dei laghi della Brianza, la cui origine è dovuta all’escavazione glaciale di una conca successivamente sbarrata dal materiale morenico abbandonato dal ghiacciaio al suo ritiro, nelle fasi finali dell’ultima glaciazione Pleistocenica (circa 15.000 anni fa). Il lago non ha immissari, ma viene alimentato prevalentemente da sorgenti dovute all’affioramento della falda e da qualche modesto ruscello stagionale che scende dalle alture circostanti. L’emissario, il Rivo del Molino, si getta nella Roggia Lubiana, affluente secondario del Seveso. A differenza degli altri bacini della Brianza, la qualità delle acque si è mantenuta relativamente buona, tanto che questo lago è considerato uno dei più puliti della Lombardia.

Lo specchio d’acqua e la zona circostante sono caratterizzati da una serie di ambienti naturali, popolati da una ricca varietà di animali e vegetali. La fauna ittica comprende specie di notevole interesse come, il luccio, il pesce persico, la tinca, la carpa, l’anguilla e il raro ghiozzo, recentemente segnalato per la prima volta. La vegetazione acquatica è tipicamente costituita da piante completamente sommerse – come il millefoglie d’acqua e la naiade marina – e da piante con foglie galleggianti, tra cui le ninfee, particolarmente suggestive con i loro fiori bianchi estivi, e le castagne d’acqua, dal caratteristico frutto spinoso. Un fitto canneto, con canne di palude e tife, circonda quasi completamente il lago e costituisce un rifugio per molti uccelli, sia stanziali che migratori come il germano reale, la gallinella d’acqua, il tarabusino, la cannaiola, il martin pescatore. Nelle zone paludose, tra le canne, sono state segnalate inoltre la rara tartaruga di palude e varie specie di anfibi. Una fascia boscosa, formata in prevalenza da ontani, castagni, betulle e robinie, cinge a sud-ovest la conca lacustre, creando una suggestiva cornice allo specchio d’acqua.

Alcune curiosità sul lago di Montorfano.
- Secondo una leggenda, il lago di Montorfano si sarebbe originato dalle lacrime del piccolo monte Orfano che piangeva perché, dopo la formazione della catena alpina, si era trovato abbandonato, lontano dagli altri monti lariani. Nel bacino d’acqua così formato, l’infelice altura, specchiandosi, poteva vedere un altro monte simile a sé, sentendosi finalmente meno sola.
- Per proteggere i delicati equilibri di un ambiente ancora così ben conservato, nel 1984 è stata istituita la Riserva Naturale del Lago di Montorfano.

Il lago di Montorfano in cifre.
Altitudine media: 396,6 m. slm
Superficie: 0,459 kmq.
Perimetro: 2,67 km.
Profondità media: 4,15 m.
Profondità massima: 6,75 m.
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lunedì 1 dicembre 2008

PAGAIARE IN SICUREZZA

Per praticare l’attività sportiva con il kayak da mare, la SICUREZZA è alla base di tutto, dalla preparazione tecnica e teorica, alle pratiche di auto-salvamento e in navigazione. E’ notoriamente provato che la tecnica “fai da te” non ripaga, anzi fa si che errori di impostazione non si riescano più ad eliminare a scapito della pagaiata, del controllo del mezzo, il kayak, e della sicurezza in acqua. E’ essenziale quindi frequentare un corso di kayak (base, avanzato o di perfezionamento) e questo invito non è rivolto solo ai principianti ma anche agli esperti che intendono migliorare le proprie capacità. Ciò per accrescere ed approfondire le conoscenze e gli innumerevoli aspetti che regolano questo sport amatoriale, consentendo inoltre di vivere l’ambiente in assoluta “sicurezza” e non è poco!
Gli argomenti trattati in un corso di kayak sono i seguenti:
- storia e caratteristiche dei kayak da mare
- la pagaia
- l’abbigliamento
- la pagaiata: teoria e pratica
- partenza e sbarco
- le manovre
- come risalire dall’acqua
- i salvataggi
- l’eskimo
- pianificare un’uscita in mare o su un lago
- l’alimentazione
- la navigazione
- norme e attrezzatura di sicurezza
- come evitare lo shock termico
- come difendersi da un’ipotermia
e dopo aver appreso tutto ciò, sarà più facile affrontare in “sicurezza” le onde, il vento e le correnti dell’ambiente marino e lacustre.


Il kayak da mare è un mezzo sicuro e inaffondabile, purchè condotto con perizia e dotato di:
- compartimenti stagni
- cime di sicurezza sulla coperta
- maniglie di presa a prua e a poppa
- pompa di svuotamento, sassola e spugna
e altri accessori di sicurezza:
- paddle float (aiuto alla risalita)
- pagaia di scorta
- avvistatore acustico
- cima di traino (oltre 10 metri)

Al momento dell’imbarco:
- verificare che tutto il necessario per l’uscita sia disponibile e facilmente accessibile, soprattutto per quanto riguarda l’attrezzatura di sicurezza
- assicurarsi che ogni oggetto sia ben fissato. E’ buona norma, e sempre per ragioni di sicurezza, evitare di tenere più oggetti sul ponte anteriore
- sempre per motivi di sicurezza, è bene che qualcuno a terra sia informato dei piani di navigazione
- navigando in gruppo è auspicabile identificare il “leader”, il cui compito è di illustrare il piano di navigazione, focalizzando gli aspetti relativi alla sicurezza, alle distanze del percorso e agli approdi di emergenza
- accertarsi delle previsioni meteorologiche consultando siti meteo o le previsioni presso le Capitanerie di Porto, sul canale 68 VHF. Per il meteo, non affidarsi al solo sguardo del cielo: il tempo può peggiorare nel giro di poche ore
- per il soccorso in mare, chiamare sul canale 16 VHF o chiamare il numero 1530


In navigazione:
- indossare sempre il giubbotto salvagente, il paraspruzzi e un vestiario adeguato
- evitare di navigare da soli è una buona regola: un’uscita in gruppo è più divertente e nello stesso tempo più sicura
- i segnali di “sicurezza” convenzionali vanno conosciuti da tutti e utilizzati alla bisogna
- rispettare le regole di navigazione in presenza di altri natanti
- nell’uscite è doveroso il rispetto dell’ambiente evitando di lasciare tracce del passaggio.


Testo tratto dall'opuscolo “…pagaiare in sicurezza” di Sottocosta, Associazione Italiana per la cultura e la diffusione del kayak da mare http://www.sottocosta.it/
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