Due sono i grandi itinerari che l’Artico propone: il Passaggio a Nord-Ovest, attraverso l’arcipelago canadese e il Passaggio a Nord-Est, lungo le coste siberiane: entrambi congiungono l’Oceano Atlantico all’Oceano Pacifico e costituiscono un’alternativa alle rotte tropicali.
Il Passaggio a Nord-Ovest non solo ha riservato le maggiori complicazioni ai navigatori durante i secoli scorsi (l’intero percorso è stato completato soltanto all'inizio del nostro secolo dal grande esploratore Amundsen, tra gli anni 1903 e 1906), ma richiede tuttora l’impiego di navi speciali, con prua e chiglia rinforzate, precedute preferibilmente da una nave rompighiaccio. L’economicità di tale navigazione è molto dubbia, anche a causa del forte premio assicurativo richiesto, per cui il traffico lungo questa rotta è assai limitato.
Il Passaggio a Nord-Est fu invece percorso interamente per la prima volta dall'esploratore svedese Nordenskjold, nel biennio 1878-1879; da allora fu ripetuto più volte, tanto che all'inizio di questo secolo il viaggio veniva effettuato nell'arco di un solo anno. Per i Russi la via d’acqua si dimostrò indispensabile, poiché per raggiungere i lontani distretti della Siberia settentrionale non esistevano né strade né ferrovie. Dopo l’avvento del comunismo fu dato inizio a un piano gigantesco, che privilegiava l’armamento di un intera flotta di rompighiaccio; oggi la Russia è all’avanguardia nel settore della navigazione artica con oltre sessanta navi di questo tipo, alcune delle quali con oltre 15.000 tonnellate di stazza e un potenza di 45.000 HP, propulse da energia nucleare.
Fonte: Il meraviglioso universo del grande Nord.
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