"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

lunedì 18 agosto 2014

LA TECNICA DEL “TRAGHETTO”



Il kayak da mare può essere utilizzato anche nei fiumi ma, viste le sue dimensioni e la sua scarsa manovrabilità, l’utilizzo sarà limitato a fiumi con buona portata d’acqua, larghi (come Adda, Ticino, Po…) e al massimo classificati di II-III grado. Inoltre imparare alcune tecniche fluviali può essere importante per aumentare le nostre esperienze e far fronte a situazioni che si possono trovare anche in mare (per esempio se dobbiamo affrontare una corrente da marea).  




Se analizziamo l’idrodinamica di un fiume possiamo notare facilmente la presenza di zone di corrente e di controcorrente (chiamate comunemente “morte”). La corrente del fiume è quella parte di acqua che scende verso valle. Nei tratti rettilinei, generalmente si trova nella parte centrale del letto del fiume; nelle curve invece, la corrente principale scorrerà all’esterno, per effetto della forza centrifuga (questo ricordiamolo quando ci troveremo a pagaiare in fiumi molto larghi). La controcorrente o “morta” è molto meno visibile o diretta all’occhio del principiante; è quella parte di acqua che si trova dietro a i sassi o agli ostacoli (per esempio dietro il pilone di un ponte) e una direzione verso monte, contraria al normale fluire. E’ importante riconoscere le “morte”: infatti, permetteranno di partire agevolmente, di spostarsi e di fermarsi lungo il fiume. Partendo da riva conviene sempre farlo con la prua verso monte. Ciò è utile sia quando ci troviamo immediatamente in corrente, come accade in molti pontili sui grandi fiumi, sia quando ci troviamo in una zona più calma di controcorrente, perché saremo maggiormente facilitati nel manovrare il kayak. 
 


La manovra cosiddetta del “traghetto” viene utilizzata quando si vuole attraversare la corrente senza subire l’effetto deriva che provocherebbe lo scivolamento del kayak verso valle. Per eseguirla efficacemente sarà fondamentale considerare la velocità della corrente e l’angolo di incidenza dato dall’asse longitudinale del kayak e dalla direzione della corrente. E’ intuitivo capire quanto la velocità della corrente determini una maggiore difficoltà a evitare lo scivolamento verso valle. In realtà una corrente molto veloce determinerà anche una maggiore turbolenza, e potrebbe essere talmente forte da premere contro il fianco a monte del kayak, farci perdere l’equilibrio e rovesciarci. Con una buona corrente, per riuscire ad arrivare da una sponda all’altra nella maniera più efficace, si utilizzerà un angolo di incidenza di 45° come se si volesse raggiungere un punto sull’altra riva più alto e compensare così la spinta verso il basso della corrente. Sarà molto importante dare la pancia a monte cioè pagaiare mantenendo sollevato il fianco del kayak che riceve la corrente. Infine una pagaiata circolare ci aiuterà a non perdere l’angolo voluto. 



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