Un altro fattore che influisce sull’attività umana e limita gran parte delle sue operazioni, è la lunghissima oscurità invernale. Poiché però l’uomo polare non vive esattamente al Polo Nord, ma a latitudini comprese fra i 60° e gli 80° Nord, l’oscurità non è mai completa, in quanto una fonte di luce sufficiente a distinguere gli oggetti e il profilo del paesaggio si manifesta quando il sole è ancora 6° sotto l’orizzonte. Anche nel giorno più corto dell’anno, a 72° 30’ di latitudine è presente un crepuscolo sufficiente a consentire di muoversi sul terreno; una superficie coperta da neve è un ottimo riflettore naturale che intensifica la luminosità della debole luce solare.
Inoltre in assenza di sole, la luna, grazie all’atmosfera estremamente tersa d’inverno, diffonde una luce in grado di creare ombre che consentono così all’uomo di superare percorsi molto accidentati. In prossimità del Polo Nord la luna non tramonta per due settimane: basta anche la luce di una mezza luna per rendere possibili di attività di caccia, i viaggi di trasferimento nonché lo studio scientifico. L’atmosfera artica è dunque ricca di fenomeni e di particolarità diversissime, ma il mare non è da meno e offre una molteplice varietà d’aspetti.
Se vi è un elemento centrale nell’Artico, attorno a cui tutto ruota, questo è il mare, il cui studio è importante tanto quanto quello delle terre che lo circondano; l’estensione delle acque artiche è quasi doppia di quella della tundra; inoltre il mare è biologicamente ben più produttivo dei territori che bagna. Il suo maggiore interesse risiede nel fatto che presenta caratteristiche diverse da quelle di tutti gli altri mari. Il fattore preminente è la grande distesa di ghiaccio che lo ricopre per la maggior parte; questo scudo posto al sommo della Terra ha un potere di riflessione enorme, pari a diverse volte il potere di riflessione dei terreni normalmente innevati e che può raggiungere l’85-88% di riverbero della luce solare ricevuta.
Fonte: Il meraviglioso universo del grande Nord.
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