"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

lunedì 10 febbraio 2014

IL REGNO DEL QAJAQ (4)



L’evento che più di ogni altro cattura l’attenzione del visitatore nei territori nordici è indubbiamente l’aurora boreale, la cui analoga manifestazione nell’altro emisfero si chiama aurora australe. Una cortina di linee fluttuanti, delicatissima nei suoi colori verde, rosa e rosso, occupa gran parte del cielo e illumina la distesa di bianche terre con una luce diafana e irreale. Il fenomeno si manifesta nell’alta atmosfera, a circa 150 chilometri dalla superficie terrestre; si presenta con forme diverse: bande, corone, archi e luci diffuse e si estende in cielo con un’ampiezza pari a quella dell’orizzonte. 




La visibilità delle aurore boreali è possibile all’interno di una circonferenza quasi perfetta del diametro di 2.500 chilometri, il cui centro coincide con Polo geo-magnetico. Da alcuni millenni il Polo magnetico Nord è ubicato nelle regione più settentrionale della Terra, esattamente nell’arcipelago canadese; poiché si sposta annualmente di 5-6 chilometri, attualmente si trova nella zona dell’isola di Bathurst. E’ da osservare come le aurore boreali si manifestano assai raramente alle latitudini 80°-90° Nord, e più frequentemente nel settore 60°-70° Nord; tali manifestazioni avvengono nelle ventiquattro ore ma ovviamente in presenza della luce solare non sono visibili. 





l fenomeno è dovuto all’interazione del cosiddetto “vento solare”, particolarmente intenso in certi periodi dell’anno, il quale attraversa lo spazio con una velocità di 500-600 chilometri al secondo; il “vento” è composto da una nube di particelle ionizzate (quasi tutti nuclei di elio e di idrogeno) che, interferendo con le molecole di gas rarefatti presenti nella stratosfera, sviluppa una formidabile energia, essendo i gas vincolati dal campo magnetico terrestre. Solo una piccola parte di questa energia, il 3-4%, si manifesta come luce visibile; il resto è formato da radiazioni invisibili, emessi sia nel campo dell’ultravioletto fino a raggiungere la frequenza dei raggi X, sia nel campo dell’infrarosso, invadendo anche le frequenze radio e disturbando non solo le trasmissioni radiotelevisive, ma anche il trasporto di energia elettrica lungo le vie aeree. Sono stati notati anche fenomeni di corrosione delle strutture metalliche e la produzione di correnti indotte sia nelle linee elettriche, sia nell’oleodotto transalaskiano da Prudhoe Bay a Valdez. 



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