"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

lunedì 8 luglio 2013

GEOGRAFIA DELL’ARTICO (2)



Un’altra definizione circa l’estensione delle terre artiche, si deve allo scienziato russo Koppen, il quale prende come riferimento l’isoterma del mese di luglio, cioè il mese più caldo dell’anno e assume come indicativa la temperatura di +10°C. La linea che si ottiene collegando tutti i punti aventi tale temperatura racchiude il territorio da considerarsi artico. Fra l’altro, questa linea coincide quasi perfettamente anche con il limite di vegetazione degli alberi che è stato proposto quale confine tra le regioni artiche e quelle subartiche. Anche in questo caso, la linea di demarcazione deve essere considerata con cautela; vi sono molte zone senza alberi in Islanda, nelle isole Aleutine e nella parte più settentrionale della Scozia, terre che non possono essere definite polari poiché l’isoterma di +10°C passa ben a settentrione di esse. 





Molti fattori oltre alla temperatura influiscono sulla limitazione o sull’assenza totale di alberi: l’inclinazione dei terreni, l’esposizione ai venti settentrionali, la durata della coltre di neve e l’umidità del terreno. Recentemente e quasi contemporaneamente, scienziati americani e russi hanno messo in luce un fattore biologico che nel passato è stato trascurato: gli alberi al limite della tundra producono pochi semi (la fruttificazione avviene ogni dieci anni), i semi sono inoltre di cattiva qualità, sono impediti a vegetare sia dallo strato di muschio, sia dalla depredazione degli uccelli granivori. Viceversa, il limite di vegetabilità degli alberi può avanzare anche di 100-200 chilometri quando condizioni di microclima, vallette riparate dai venti, presenza di fiumi (le cosiddette “foreste a galleria”) e di grandi masse d’acqua, addolciscono localmente la temperatura. 




Inoltre, la linea di demarcazione fra la tundra e la taiga (che è la fascia settentrionale alberata), è un buon confine biologico; esso è rispettato dagli animali, la quasi totalità dei quali vive solo al di là o al di qua di questo limite. Gli animali dell’Artico vivono nella tundra e raramente entrano nella foresta; gli animali del Subartico sono tipiche creature della foresta e qui vivono tutto l’anno: solamente un’esigua parte di esse emigra in primavera nella tundra, per ritornare in autunno nella foresta. 





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