E’ un dato di fatto che le città che in questo secolo si sono sviluppate nell’area artica sono poste alle foci dei fiumi principali o poco distanti da esse: Selekhard alla foce dell’Ob, Dudinka, Norilsk e Dikson alla foce dello Jenisej, Nordvik alla foce del Khatanga e Tiksi alla foce della Lena. Anadyr si trova invece sulla costa del Pacifico, alla foce del fiume omonimo. In tutte queste città la popolazione è rappresentata per il 50% da russi e per l’altro 50% da elementi nativi.
Mentre i centri urbani con qualche migliaio o decina di migliaia di abitanti, presentano i segni tipici dell’urbanistica sovietica, caratterizzata da grandi edifici di 2-3 piani a forma allungata, molto simili a caserme, nelle piccole comunità sono ancora in uso la Jaranda e la Jurta, costruzioni tradizionali di forma circolare, costituite da un elaborato telaio di rami flessibili intrecciati ricoperto di pelli di renna cucite e sovrapposte; queste tende sono utilizzate in estate dagli allevatori nomadi i quali, sebbene posseggano un’abitazione stabile in legno nella fascia delle foreste, necessitano di un riparo mobile durante gli spostamenti estivi.
Il grande patrimonio zoologico rappresenta un insostituibile valore materiale e strategico, che fornisce a molti popoli tutto ciò di cui necessitano per il proprio sostentamento. Il movimento delle mandrie più numerose viene facilmente controllato oggi con elicotteri e piccoli aeroplani; è stato inoltre introdotto un efficiente servizio veterinario. Accanto all’allevamento della renna, si è diffuso quello della volpe artica del visone, soprattutto nella penisola dei Ciukci, dove il mangime necessario per questa attività è costituito quasi completamente da animali marini.
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