"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

lunedì 13 aprile 2009

LIBRI - LA SCOMPARSA DELL’EREBUS



Il 19 maggio 1845, l'Erebus e la Terror, due velieri agli ordini di Sir John Franklin e di Francis Crozier, salpano dall'Inghilterra alla ricerca del leggendario Passaggio a Nordovest; verranno ritrovati anni dopo intrappolati nel ghiaccio artico. Sulla base di un documentato episodio storico, Simmons racconta, con la consueta forza immaginativa, un'allucinante avventura. Gli equipaggi delle due navi, bloccati nella morsa del freddo e sprofondati nel silenzio spezzato solo dagli scricchiolii del ghiaccio e dalle tempeste di fulmini, si ritrovano a lottare contro gli elementi, ma anche contro la disperazione e la follia, sempre pronta a insinuarsi nelle menti dei marinai dispersi. Quando, alla morte di Franklin, prende il comando della spedizione Crozier, capitano della Terror, il terzo inverno sulla banchisa è vicino e i superstiti si preparano ad affrontarlo nella speranza di resistere fino al disgelo. La situazione è prossima al disastro: le provviste scarseggiano e lo scorbuto comincia a mietere vittime. Tra ammutinamenti, crisi ed episodi di cannibalismo, l'isolamento non sembra però la minaccia peggiore. Mentre una giovane inuit muta, soprannominata Lady Silence, si muove indisturbata sulla Terror e sparisce per giorni, insensibile a freddo e fame, sembra fare la sua apparizione una creatura sconosciuta, intelligente e malevola, che si aggira tra i ghiacci e dà la caccia agli uomini dell'equipaggio, uccidendoli a uno a uno... Dan Simmons, ancora una volta, sublima i suoi lettori con un eccezionale romanzo storico d’avventura. Non ci sono parole per l’audacia che l’autore mette nella scelta dell’argomento, o meglio degli argomenti, con cui tesse la trama di un libro di più di 700 pagine ma che non pesa affatto di eccessive descrizioni o inutili lungaggini. In un momento in cui la letteratura del fantastico ha perso la sua guida, Stephen King, che ormai a appeso “la penna al chiodo”, Simmons ci illumina con un lavoro che può essere definito una pietra miliare nel suo genere. L’esplorazione del polo nord alla ricerca del passaggio a nord-ovest da parte di Sir John Franklin nel 1845, il mito degli Inuit e, in questo già documentatissimo resoconto storico, l’inserimento del soprannaturale rende, “La scomparsa dell’Erebus” un esperimento riuscito perfettamente. L’autore sceglie di raccontare gli avvenimenti con una narrazione multipla, attraverso diversi punti di vista utilizzando prima e terza persona e, non pago, inserendo anche diaristica e lettere, il tutto percorrendo il “tempo letterario” attraverso flash-back e flash-forward e, come se non fosse abbastanza, condito da un’enormità di riferimenti letterari che rende la lettura, già piacevolissima, un fiore all’occhiello non solo per gli amanti del genere ma anche per i cultori della letteratura in generale. Dan Simmons ci delizia con una scrittura “antica”, fuori dal tempo, ci porta per mano in un mondo che non ci appartiene ma che, pagina dopo pagina, diventa immagine nitida intorno a noi. Racconta, descrive e crea con geniale facilità; decine e decine di personaggi si intrecciano prima sui ponti delle navi poi sul pack artico: figure memorabili come Crozier o il Mostro “mitologico” che egli stessi crea, ma tanti altri ne andrebbero citati, sembrano veramente prender vita da storie e leggende del 1800. “The Terror”, questo il titolo originale del romanzo (inspiegabilmente tradotto con “La Scomparsa dell’Erebus”), è un assalto sensoriale che coinvolge, senza lasciare tregua, il lettore: scene di lotta e sesso, cannibalismo, paranoia, lotta con la natura, folklore, microsociologia, psicologia etc. è ciò che aspetta chi vorrà immergersi nelle 784 pagine del romanzo. Straordinario è anche il finale, merce rara nel genere fantastico, che intreccia la mitologia Inuit ad una fine già scritta dalla storia ma che non risulta mai banale o scontata. Che dire…Basterebbe leggere le due pagine di ringraziamenti e bibliografia per capire il lavoro compiuto da questo autore per portare a compimento questo capolavoro; scene come quelle della festa sui ghiacci inspirata alla Morte Rossa di Edgar Allan Poe, la citazione dal libro “Il Leviatano” o i riferimenti a Moby Dick e William Shakespeare bastano da soli ad annoverare questo romanzo tra gli “indispensabili” nella letteratura fantasy contemporanea. Dan Simmons è nato nel 1948 ed è considerato uno dei massimi narratori americani di science fiction, fantasy e horror. “La scomparsa dell’Erebus” è il suo tredicesimo romanzo, preceduto da: Il canto di Kali (1985), Hyperion (1989), Danza macabra (1989), La caduta di Hyperion (1990), L’estate della paura (1991), Gli uomini vuoti (1995) , I figli della paura (1995), Endymion (1997), Il grande amante (1998), Vulcano (1998) e Il risveglio di Endymion (1999). Ha poi iniziato la saga di Ilium: Ilium. L’assedio (2003), Ilium. La rivolta (2004), Olympos. La guerra degli immortali (2005), Olympos. L’attacco dei voynix (2007).

Titolo: “La scomparsa dell’Erebus”
Autore: Dan Simmons
Editore: Mondadori
Prezzo: 20,00 eur
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Segnalato dall'amico Marco "EKO" Ferrario.
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