Nell’emisfero Nord, il Mar Glaciale Artico è davvero degno del nome che porta. Una parte delle sue acque superficiali, sottoposte a temperature che possono precipitare addirittura a –70°C, è costantemente gelata. La banchisa si forma in superficie e ha uno spessore di alcuni metri. Questo ghiaccio marino va alla deriva sotto forma di enormi lastre che si schiantano sotto l’azione delle correnti. Il polo, che si trova a 90° di latitudine Nord (90° N), è al centro di questa banchisa, ossia in mezzo al mare. Si tratta, a dire il vero, di un punto geografico “virtuale”, utilizzato come riferimento nella cartografia terrestre.
Quando ci allontaniamo dal polo verso il circolo polare (che rappresenta la linea oltre la quale il sole non sorge in inverno), compaiono le regioni circumpolari, che circondano l’Oceano Artico e occupano una superficie di circa 7.500.000 km2. Si tratta sostanzialmente dell’Alaska, del Grande Nord Canadese, della Lapponia scandinava e della Siberia, cui si aggiungono la Groenlandia, la più grande isola del mondo (2.1600.000 km2) e altre isole minori come quelle della Regina Elisabetta, l’arcipelago delle Novaja Zemlja e lo Spitzberg.
I paesi del Grande Nord presentano alcune analogie. Per la loro vicinanza al polo, hanno in comune la notte polare in inverno (quando il sole non sorge) e il giorno polare d’estate (quando il sole non tramonta). Ovunque la vegetazione è rara a causa del freddo e della neve che impediscono alle piante di spuntare. Fa eccezione la tundra, composta da muschi, licheni, erica e piante erbacee.
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