"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

lunedì 3 aprile 2017

CORSO MAESTRI DI KAYAK DA MARE FICK 2016



Il Corso Maestri di kayak da mare della Fick 2016 si è concluso il 18 Febbraio 2017 con l'esame pratico nel mare di S.Felice Circeo e l'esame teorico a Sabaudia.

Il Corso, organizzato dall'ASD Sottocosta, ha avuto inizio a Settembre con la prova di ammissione (capacità individuali di tecnica di kayak da mare, capacità di navigare in sicurezza e di eseguire salvataggi, prova di nuoto e prova di velocità/resistenza in kayak), il colloquio attitudinale  e il primo ciclo di lezioni presso il centro Federale di preparazione Olimpica di Castel Gandolfo; il Corso è poi proseguito con un successivo incontro a Novembre sempre presso la sede nautica sul lago di Albano.



I maestri formatori della FICK, i formatori del CONI e altri esperti esterni hanno tenuto le lezioni in aula, gli argomenti trattati sono stati molti, compreso quelli previsti dal nuovo sistema di certificazione nazionale Pagaia Azzurra:

- teoria e tecnica della pagaiata
- capacità di pagaiata: le tre linee di difesa
- didattica e metodologia del kayak da mare
- psicologia dell'insegnamento e dell'apprendimento
- salute ed efficienza fisica
- educazione ambientale
- competenze marinare (navigazione e pilotaggio, meteorologia, oceanografia, cime e nodi)
- pagaiare in sicurezza






Il Corso ha previsto anche delle uscite in mare ad Anzio dove gli aspiranti Maestri hanno sperimentato gli imbarchi e gli sbarchi nel surf, l'incident management e la leadership. Mentre sul lago di Albano si è pagaiato con altri tipi di canoe come il surfski, la polinesiana e la canadese.




Al Corso era presente il Maestro Felice Farina in qualità di formatore ed esaminatore, mentre come aspiranti Maestri hanno partecipato a rappresentare gli Inuit del Lario del CK90: Pietro de Angelis, Corrado Mazzoleni e Enzo Villa. Il corso è stato molto interessante; i formatori erano preparati ed esigenti, ma grazie all'impegno costante e alla loro passione i nostri tre tecnici sono stati promossi. Ora il CK90 vanta tre nuovi Maestri, che contribuiranno ad aumentare il livello qualitativo di insegnamento della nostra Scuola di Canoa da Mare riconosciuta dalla FICK.



Stiamo preparando un programma di lezioni su tutti gli argomenti richiesti per il conseguimento della certificazione Pagaia Azzurra Sea Kayak 2 e Sea Kayak 3, ma, soprattutto, per migliorare la nostra capacità di pagaiare e di navigare, in modo da goderci a pieno e in sicurezza le bellezze delle coste italiane. Seguiranno dettagli.. vi aspettiamo!

lunedì 6 marzo 2017

I SISTEMI DI SICUREZZA PER RICHIEDERE SOCCORSO DURANTE LA NAVIGAZIONE IN KAYAK (parte 2)



SISTEMI VISIVI

FUOCHI DI SEGNALAZIONE

Un altro sistema di sicurezza che può essere utile portare a bordo di un kayak è il kit dei fuochi di segnalazione che sono un ottimo sistema per farci avvistare dai soccorsi. In genere il kit contiene fuochi a mano, razzi a paracadute e boette fumogene. 

Le boette fumogene producono un fumo di colore arancione e devono essere utilizzate di giorno quando si vuole segnalare la nostra posizione ai soccorsi che ci stanno cercando. E’ molto utile in particolare per le ricerche dall’alto (aereo, elicottero). La boetta fumogena è galleggiante. 

I fuochi a mano invece si usano al posto delle boette per segnalare la nostra posizione di notte quando avvistiamo i soccorritori (barca od elicottero). La luce è rossa e dura circa un minuto ed ha una portata di 6 miglia. Sono comunque utili anche di giorno in quanto la luce è ben visibile e bruciando producono una discreta quantità di fumo. 

I razzi a paracadute invece devono essere lanciati per farci localizzare quando i soccorsi sono molto distanti dalla nostra posizione, tanto da non poter avvistare un fuoco a mano o una boetta fumogena. Il razzo a paracadute si alza sulla linea dell’orizzonte anche fino a 300 metri e poi, grazie al paracadute, rimanendo in aria per alcuni minuti, sarà molto più semplice scorgerlo anche da parte di un osservatore distratto che non controlla attentamente la linea dell’orizzonte in mare. Proietta un segnale luminoso di colore rosso. 

Il kit va conservato in un contenitore resistente all’acqua e collocato nel kayak a portata di mano. Anche se ci sono le istruzioni di utilizzo sulla confezione, bisognerebbe imparare ad usare i fuochi di segnalazione prima del loro reale utilizzo. Il kit ha una scadenza di utilizzo.




LUCE STROBO

Esistono in commercio diversi modelli di luci di emergenza portatili a batteria lampeggianti o stroboscopiche che possono essere utili ai soccorritori per individuarci durante la notte. Essendo di dimensioni ridotte possono essere applicate al salvagente. Hanno tenuta stagna.



SPECCHIETTO ELIOGRAFICO

Un vecchio sistema ancora valido è quello di utilizzare uno specchietto eliografico che utilizzando la luce del sole trasmette un segnale luminoso che può essere utile per farsi localizzare.




SISTEMI SONORI

Per richiamare l’attenzione di un compagno di escursione, in una normale situazione ma anche segnalare un’urgenza o un’emergenza o perché magari pagaiando nella nebbia non vediamo più i compagni, possiamo usare un fischietto oppure un corno da nebbia che vanno legati al giubbotto salvagente o posti in una tasca. 





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sabato 25 febbraio 2017

I SISTEMI DI SICUREZZA PER RICHIEDERE SOCCORSO DURANTE LA NAVIGAZIONE IN KAYAK (parte 1)

Nel caso in cui, durante un’escursione in kayak, ci trovassimo in una situazione di emergenza e dovessimo aver bisogno di un aiuto esterno, è importante avere a bordo uno o più sistemi di sicurezza per richiedere soccorso. Vediamo quali sono i principali sistemi utili ad un canoista per lanciare un segnale di soccorso.


SISTEMI RADIO 

RADIO VHF

E’ una radio portatile, con antenna e batteria integrata, che serve per trasmettere e ricevere sulla banda marina, cioè su tutte le frequenze radio che sono usate dalle imbarcazioni per comunicare con altre imbarcazioni, con la Guardia Costiera, con i porti ed è quindi uno strumento fondamentale per richiedere soccorso nelle situazioni di emergenza. Per poter utilizzare un VHF, il canoista deve possedere una licenza di RTF (radiotelefonista) che viene rilasciata tramite semplice domanda al Ministero delle Comunicazioni. Insieme alla Licenza RTF, verrà rilasciato anche il Nominativo Internazionale che identificherà quella stazione radiotelefonica in tutto il mondo. 

VHF è la sigla di Very High Frequency, cioè che sfrutta le onde elettromagnetiche ad alta frequenza (tra i 30 e i 300 Mhz). Queste onde si propagano in linea retta a portata ottica cioè raggiungono tutti i punti che sono visibili intorno al kayak ed essendo fermate dagli ostacoli non raggiungono grandi distanze. La portata del segnale dipende da due fattori: l’altezza dell’antenna (stando in kayak non supererà i 60/70 cm) e la potenza del VHF che essendo un dispositivo portatile è di 5/6 W; avremo quindi una portata di circa 2-3 nm in caso di comunicazione kayak-kayak e di 6-7 nm in caso di comunicazione kayak-nave.



L’utilizzo del VHF è abbastanza semplice. Sono quattro i comandi principali che bisogna conoscere: il tasto di acceso-spento che di solito è insieme al volume, il tasto di trasmissione, il selettore dei canali (i canali sono 59) e la regolazione dello squelch, cioè del filtro antirumori. Generalmente la trasmissione si svolge modalità simplex: la trasmissione e la ricezione avvengono sulla stessa frequenza, quindi non si può parlare e ascoltare contemporaneamente. Esistono quindi delle regole di comunicazione che vanno seguite, come per esempio “passo” (over in inglese) per indicare che si passa dalla fase di trasmissione a quella di ricezione, “chiudo“ (out in inglese), per indicare la fine della trasmissione quindi senza una successiva risposta, “ricevuto” (received in inglese) per indicare che si è ascoltato il messaggio, “ripeto” (I say again in inglese) per ripetere quello che si è appena detto. Se la trasmissione avviene in modalità duplex, si può quindi comunicare come con un normale telefono. 

Il VHF viene utilizzato principalmente in questi casi:

- Ascoltare le previsioni meteo. Il bollettino Meteomar (il principale bollettino meteorologico elaborato dall’Aeronautica Militare) viene trasmesso a orari fissi sul canale 16 (1:35-7:35-13:45-19:35) e in continuazione sul canale 68.

 - Comunicazione di ROUTINE tra barca e barca utilizzando in genere i canali 6, 8, 72 o 77 oppure con i professionisti del mare: autorità portuali, navi commerciali, pescatori, porti turistici ect… Per esempio le Capitanerie di porto utilizzano il canale 9. Per effettuare una chiamata di ROUTINE si sintonizza la radio VHF su un canale noto al ricevente. Prima di trasmettere occorre accertarsi che sul canale scelto non ci siano altre comunicazioni in corso. Si procede chiamando per due volte il nominativo della stazione, seguito da “QUI” e “il mio nominativo” e dicendo chiamata di ROUTINE si aspetta la risposta. Se la stazione non dovesse rispondere si attende per due minuti e poi si effettua di nuovo la chiamata. Se si sta comunicando con una Stazione Costiera sarà quest’ultima a indicare il canale “di lavoro” su cui sintonizzarsi.

 - Lanciare chiamate di sicurezza, di soccorso e di urgenza attraverso il canale 16 che in tutto il mondo è dedicato alla sicurezza in mare. Il VHF dovrebbe rimanere sempre accesso su questo canale dove oltre alle previsioni meteo e gli avvisi ai naviganti, si possono captare eventuali richieste di aiuto da parte di altre imbarcazioni. Nei primi tre minuti di ogni mezz’ora va mantenuto il silenzio radio in quanto sul canale 16, questo periodo è utilizzato per segnalazioni di sicurezza e di emergenza. 

Il segnale di Soccorso è il MAYDAY che sta a significare un'immediata richiesta di aiuto per pericolo di vita per l'equipaggio. Si effettua dicendo tre volte la parola MAYDAY (si pronuncia MEDE') seguita da QUI e tre volte “il nome dell'unità” seguito dal nominativo internazionale poi si dà la nostra posizione, si comunica il motivo del pericolo e si chiede immediato soccorso. Esempio: " MAYDAY, MAYDAY, MAYDAY. QUI CK1, CK1, CK1. Poi si dice il testo del messaggio: MAYDAY, CK1, siamo 2 kayak alla deriva, la nostra POSIZIONE è a 1 miglio per 180° dal faro di S.Nicola e richiediamo immediato soccorso” Quando il MAYDAY è lanciato da un’imbarcazione troppo lontana dalla stazione ricevente, un’imbarcazione più vicina può lanciare il MAYDAY RELAY (MEDE' RELE’) ripetendo il messaggio originale come è stato ricevuto e fare da ponte con la Capitaneria di porto più vicina.

Il segnale di Sicurezza è il SECURITE' e serve a comunicare a tutti i naviganti un pericolo per la navigazione (una burrasca in arrivo, un grosso oggetto galleggiante alla deriva, una grossa macchia di petrolio). Anche questo si effettua dicendo tre volte la parola SECURITE' seguita dal messaggio di Sicurezza per la Navigazione e la posizione del pericolo. 

Il segnale di urgenza è il PAN PAN (Possible Assistance Needed) e serve per inviare una richiesta di assistenza ma l'unità o l’equipaggio non corre pericolo di vita (nel nostro caso una lussazione alla spalla). Anche questo segnale si effettua dicendo tre volte la parola PAN PAN seguita dal nominativo, dalla posizione e dal messaggio di richiesta di assistenza. 

Se decidiamo di navigare per più giorni e su rotte lunghe, magari in solitaria, è meglio dotarsi di un VHF che abbia il dispositivo DSC (Digital Selective Calling) che permette di fare chiamate di routine e di lanciare messaggi di soccorso digitali sul canale 70. Il segnale di soccorso lanciato avrà automaticamente le seguenti informazioni: identificativo MMSI, orario di invio dell’allarme, posizione e tipo di emergenza.






TELEFONO CELLULARE

Il telefono cellulare va riposto in una custodia stagna e messo in una tasca del giubbotto salvagente. In genere la custodia ha un cordino per assicurarlo al salvagente per evitare che cada in acqua. Può essere un ottimo sistema per comunicare tra canoisti durante un’escursione di gruppo oppure per richiedere soccorso alla Guardia Costiera digitando il numero blu gratuito 1530, o gli altri numero del soccorso (118, 112). Il principale limite del telefono cellulare è che navigando sotto una costa rocciosa alta oppure in una zona priva di ripetitori potremmo non ricevere il segnale. Alcuni vantaggi del cellulare: può essere utilizzato sia in mare che a terra; si può consultare on line (sempre che ci sia connessione ad internet) il bollettino Meteomar. Infine è consigliabile memorizzare tutti i numeri di telefono utili della zona in cui si facendo l’escursione.



PLB

Il PLB (Personal Locator Beacon) è un trasmettitore di localizzazione d'emergenza, e serve per segnalare istantaneamente ed in qualsiasi parte del pianeta, la posizione di navi, aerei e persone in situazioni di grave emergenza. È essenzialmente costituito da un radiofaro collegato con il sistema satellitare COSPAS-SARSAT per le operazioni di ricerca e soccorso. Il trasmettitore, una volta attivato manualmente o automaticamente (per immersione in acqua), emette segnali sulle frequenze di emergenza che vengono captati dalla rete di satelliti in orbita e ritrasmessi a terra presso i centri di coordinamento soccorso. I principali vantaggi del PLB sono: dimensioni ridotte e quindi può essere riposto in una tasca del salvagente, può essere utilizzato a terra (a differenza del VHF) ed essendo collegato ad un satellite non ha problemi di mancanza ricezione.
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sabato 28 gennaio 2017

ESERCITAZIONI DI KAYAK ROLL IN PISCINA



Il periodo invernale, quando le condizioni climatiche rendono meno frequenti le uscite in kayak, è l’occasione per imparare, perfezionare e tenere allenata la manovra del Kayak Roll, naturalmente in una calda e confortevole piscina coperta. Sono ormai alcuni anni che il CK90 si affida, per questo, ad una struttura sportiva di Cesana Brianza, la Olympia Fitness, in cui c’è una piscina profonda 1,20 m, ideale per questo tipo di attività.


Oltre al roll, in piscina, si possono anche mettere a punto manovre quali l’appoggio basso e l’appoggio alto. Una buona padronanza di tutte queste manovre aumenta la sicurezza dell’andare in kayak, aumenta la confidenza con la propria imbarcazione e con l’acqua. Il cambiamento è anche nell’atteggiamento psicologico del canoista che, in situazioni critiche con onda e vento, sa di poter contare sulle manovre di emergenza fondamentali, gli appoggi e il roll, quelle che fanno parte della seconda linea di difesa della tecnica del kayak da mare.


Il roll è una manovra che può sembrare difficile, e l’idea di stare a testa in giù, nel kayak e sott’acqua crea qualche timore. E’ invece alla portata di tutti, non richiede forza o particolari doti atletiche, serve solamente calma, coordinazione, un po’ di pazienza per impararlo e tanto esercizio. Naturalmente la presenza di un buon insegnante è indispensabile per una corretta impostazione e un veloce apprendimento; ci guiderà, passo passo, in una serie di esercizi preparatori, utilizzando anche vari accessori, come galleggianti, paddle-float e pagaie modificate, per capire e apprendere al meglio la tecnica. Quattro le fasi in cui lo si può schematizzare: posizione di partenza, spazzata, colpo d’anca e posizione finale. In piscina è possibile analizzare ed esercitare ogni singola fase in tutta tranquillità, con la supervisione dell’istruttore che ci fa assistenza a pochi centimetri di distanza.


Per ovvi motivi di spazio si usano kayak da torrente in plastica, lunghi circa due metri e mezzo, ma una volta appresa la manovra non sarà affatto difficile metterla poi in pratica con un kayak da mare lungo oltre 5 metri. I principi e la tecnica sono sempre quelli, a prescindere del tipo di kayak che usiamo.


Testo, foto e video del Luis (CK90 Inuit del Lario).