"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

giovedì 24 giugno 2010

LE RENNE DELLA TUNDRA



Sono chiamate “caribù” in America settentrionale e “renne” nelle regioni settentrionali dell’Europa e dell’Asia. Questi splendidi Cervidi dai palchi maestosi sono i re della tundra. I palchi o “ramificazioni” che crescono sulla loro testa, sono in realtà ossa irrorate da vasi sanguigni e mutano colore secondo le stagioni, passando dal rosso al bruno scuro, per poi cadere durante l’inverno e ricrescere l’anno successivo. Questo copricapo ingombrante è un’arma, che i maschi utilizzano per combattere e imporre la propria forza all’interno della mandria. Tutte le renne, maschi e femmine indistintamente, sono dotate di palchi, mentre tra i cervi è soltanto il maschio ad esserne munito. Nel periodo riproduttivo, ad ottobre, il maschio più forte si crea un “harem” di femmine.




In inverno le renne selvatiche, che pesano fino a 200 kg., raschiano la neve a colpi di zoccolo per dissotterrare muschi e licheni di cui si cibano, ma quando il suolo è gelato, e quindi molto duro, la missione diventa impossibile. Per sopravvivere , compiono lunghe migrazioni attraverso immensi territori imbiancati, alla ricerca di una neve meno resistente.




I Sami della Scandinavia e le piccole popolazioni siberiane come i Dolgani, hanno addomesticato le renne molto tempo fa. Le utilizzano come animali da tiro e ne consumano le carni e i latte. Sono quindi vitali per la loro sopravvivenza come lo sono le foche per gli Inuit.



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