"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

mercoledì 21 gennaio 2009

SCENE DI VITA INUIT

Giovane donna Inuit vestita con l'Amauti, abito tradizionale con un cappuccio molto largo per potervi ospitare i neonati o i bimbi piccoli.
Questo abito era la migliore protezione per la madre ed il bambino. L'Amauti consentiva alla madre di rimanere sempre in contatto fisico con il bambino, assicurandosi in modo continuo del suo benessere, pur avendo le mani libere per svolgere i lavori quotidiani ed altre mansioni. La donna Inuit aveva un rapporto molto intimo con i figli, che allattava fino all'età di circa quattro anni. Durante questo periodo si creava, tra madre e figli, un legame profondo, poiché il bimbo era tenuto, a diretto contatto di pelle, dentro l'Amauti (Nunavut, Canada).

Giovane uomo Inuit, all'interno di un ghiacciaio (Nunavut, Canada).


Giovane Inuit del Nunavut in tenuta da Hockey.
Ancora prima di imparare a camminare, i giovani canadesi imparano a pattinare. Il loro sport preferito è l'Hockey. Il Nunavut è la tredicesima regione amministrativa del Canada, nata il 01 aprile 1999, dalla scissione dei Territori del Nord-Ovest.

Igloo.
La parola igloo significa casa: in legno, pietra, neve. Prima di diventare stanziale, l'Inuit viveva in piccoli nuclei composti da circa dieci abitazioni situate, in generale, presso le rive del mare o sulla banchisa,dal quale traevano il necessario per vivere. Le loro abitazioni di distinguevano in due grandi categorie: la casa estiva e quella invernale. L'abitazione invernale era composta di sole pietre e terriccio oppure costruita con una base di pietre e con il tetto di pelle. Queste abitazioni erano di tipo permanente. Altri igloo, costruiti esclusivamente di neve, erano usati in modo temporaneo, per la caccia alla foca o all'orso bianco. Per l'Inuit, l'igloo non era solo un rifugio temporaneo, ma una dimora vasta per un'intera famiglia. L'interno presentava tutte le comodità di una vera casa: letto di pelliccia sopraelevato (Iliq), treppiede per il lume e la cottura degli alimenti e sala comune. L'igloo era scaldato solo con la lucerna (Qulliq) alimentata dall'olio di foca. All'interno c'era una temperatura intorno a zero gradi, ma la differenza con l'esterno (a volte anche di 40 gradi) era tale da permettere di stare nudi e fare asciugare gli abiti. Il caldo scioglieva un leggero strato di neve che si ghiacciava a causa della bassa temperatura esterna isolando così completamente l’ambiente. Il basso corridoio di ingresso ne assicurava la ventilazione e impediva il ristagno dell’umidità.


Inukshuk.
Per secoli, i popoli Inuit dell'Artico canadese hanno edificato delle strutture di pietra, che evocano la forma umana, chiamate Inukshuk. Gli Inukshuk servono come punti di riferimento per i viaggiatori che percorrono le immense distese ghiacciate dell'Artico. L'Inukshuk è diventato per gli Inuit un simbolo di speranza ed amicizia, espressione eterna dell'ospitalità di una nazione che accoglie i popoli di tutto il Mondo a braccia aperte. Oltre ad essere un elemento forte della mostra "Inuit e Popoli del Ghiaccio", l'Inukshuk è anche stato scelto come simbolo per i Giochi Olimpici Invernali del 2010 che si terranno a Vancouver. Tale Inukshuk ha preso il nome di ILANAAQ, che significa "Amico", in Inuktitut, la lingua parlata dagli Inuit.


I cani da slitta: gli Husky.
In passato, per spostarsi sulla banchisa, l'inuk (singolare di Inuit) utilizzava la slitta trainata dai cani. Senza il loro aiuto, l'Inuk era destinato a morire. Infatti, nessun cacciatore infatti poteva percorrere a piedi il terreno di caccia sufficiente per procacciare selvaggina per la sua famiglia. Anche il cane però dipendeva dall'uomo per la sua sopravvivenza. Senza l'husky non ci sarebbe potuto essere sviluppo nelle regioni del Grande Nord Canadese. Dove esiste il commercio, il trasporto è di vitale importanza. Ancora oggi, malgrado l'utilizzo della motoslitta, il cane è un fedele compagno negli spostamenti attraverso le vaste distese dell'Artico. Anche la Gendarmeria Reale, durante l'inverno, quando fa le ronde all'interno delle isole artiche del Canada, si sposta con un equipaggio di cani nelle regioni dove nessun aereo potrebbe avventurarsi, se non per un rapido volo. Il cane Inuit, di razza asiatica, ha accompagnato l'uomo nelle sue migrazioni verso il nord: grazie all'incrocio con il lupo ha acquistato delle grandi qualità di resistenza. Conosciamo quattro razze diverse di cani: il Malemute d'Alaska, l'Husky di Siberia (portato in America del Nord dai Russi nel XVIII secolo), l'Husky Samoyedo e l'Husky puro del Canada. Tutti sono comunemente chiamati Husky. Il cane Inuit non è fatto per la corsa ma per la resistenza. Egli ha dei fianchi solidi e un piccolo naso, pesa tra i 25 e i 50 chili e misura circa 65 cm. Una slitta caricata per un lungo viaggio pesa intorno ai 500 chili ed è trainata da 7 a 15 cani. Un buon cane può portare un carico di provvigioni di circa 20-25 chili. L'husky supera in resistenza tutti gli altri animali, compresa la renna. Esso sopporta temperature bassissime, dorme fuori fra il blizzard, arrotolandosi a palla oppure seppellendosi nella neve. Quando si smonta il campo è già pronto all'azione.
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Segnalato dall’amico Marco “EKO” Ferrario.
Foto di Silvia Pecota, Toronto (Canada).
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1 commento:

  1. E' sempre sorprendente quanto sia interessante leggere i post di questo blog! Complimenti e continuate così.

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