La superficie regionale di 24.000 km2 circa, per il 42% in zona montana e il 13% in zona collinare, presenta una piovosità media di 1000 mm/anno circa, che varia però sensibilmente all’interno del territorio con punte che superano i 2000 mm/anno nel varesotto, bacino del Lago Maggiore e sul crinale orobico. Il volume dell’afflusso medio annuale derivante dalle piogge si aggira quindi intorno ai 27 miliardi di m3. A questo si aggiungono un volume di riserve (intesa come disponibilità non rinnovabile) stoccate in regione di circa 120 miliardi di m3 nei laghi, di circa 500 miliardi di m3 nelle falde sotterranee e di circa 4 miliardi nei ghiacciai alpini. Il volume delle precipitazioni rinnovabile annualmente rappresenta la vera risorsa, utilizzabile e riutilizzabile. Gli ulteriori volumi rappresentano le riserve regionali, cioè quanto in un quadro di sviluppo sostenibile dovrebbe essere armoniosamente conservato per le generazioni future e come tale preservato o se utilizzato reintegrato.
Purtroppo alcune riserve sono difficilmente preservabili, i ghiacciai alpini, infatti arretrano ormai da anni e risulta molto complessa qualsiasi azione per limitare questo fenomeno. In area alpina, dall’OcCC (Organo consultivo per i Cambiamenti Climatici) svizzero viene stimata una riduzione del 75% dell’area glacializzata entro il 2060. Sempre gli svizzeri stanno sperimentando possibili interventi con coperture con teli sintetici protettivi, tuttavia questo tipo di intervento si giustifica solo per tutelare infrastrutture che potrebbero essere danneggiate da dissesti connessi allo scioglimento. Sicuramente di importanza fondamentale è la gestione del patrimonio di acque lacuali e sotterranee che costituiscono la ricchezza della Lombardia.
Giova comunque valutare l’ammontare delle precipitazioni anche, in modo relativo, oltre che in termini assoluti. L’area alpina, molto rilevata rispetto alle aree circostanti, costituisce la zona più piovosa di tutto il continente eurasiatico, con un prezioso contributo delle nevi, che rappresentano un volume “congelato” (non solo in senso metaforico) che si rende disponibile in tempi lunghi invece che defluire rapidamente. In un sistema di riferimento a scala europea si osserva molto bene che la zona centrale delle alpi si caratterizza per una piovosità elevata, ha indubbiamente favorito lo sviluppo di una delle più ricche attività agricole in Europa.
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Foto di Eppiluk, Peteraq e Kayatrek (INUIT DEL LARIO)
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