"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

giovedì 20 maggio 2010

CASE DI IERI E DI OGGI



Un tempo le popolazioni artiche erano nomadiche. Interi nuclei familiari si spostavano per cacciare e pescare sul ghiaccio. La casa era una tenda di pelli di foca e nella stagione fredda, durante le battute di caccia, per riposarsi e ripararsi dalle tormente, costruivano l’igloo segando e sovrapponendo cubi di neve compatta. L’igloo veniva costruito in circa tre ore e grazie ad un isolamento perfetto, conservava il calore corporeo e riparava dal freddo esterno.




Oggi le popolazioni artiche sono quasi tutti sedentarizzate e vivono in città, dove usufruiscono delle comodità urbane. In Groenlandia, gli Inuit abitano nei villaggi della costa dove possono sfruttare i mezzi di comunicazione offerti dal mare. Le abitazioni di oggi, riscaldate sono dotate di telefono e di collegamento internet. Dovendo fare i conti con la notte polare, gli abitanti tentano di dare un tocco di luce alla loro vita di tutti i giorni. Ecco perché le loro abitazioni sono dipinte di colori vivaci.





A volte, come tradizione, tutti gli abitanti di un villaggio si radunano ancora per mangiare una foca cruda uccisa da un cacciatore; e pur vivendo in città, gli Inuit tornano nella natura per trascorrere vacanze solitamente dedite alla caccia.




Nel 1999, dopo lunghi anni di negoziati con il governo, gli Inuit canadesi hanno ottenuto la creazione di un territorio autonomo: il Nunavut , che significa “la nostra terra” e ricopre un’area di 1,9 milioni di chilometri quadri nel nord-ovest del paese. La capitale Iqaluit, ospita una quinto della popolazione (4.500 abitanti su 26.600 Inuit canadesi).

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