Tra gli effetti collaterali che il processo di eutrofizzazione ha esercitato sulla fauna ittica del Lario, vale la pena di ricordare quello molto particolare riguardante le aree di riproduzione. Va premesso che il Lavarello e alcuni ciprinidi (Alborella e Cavedano in particolare) depongono a poca profondità uova adesive che si “impiantano” sulla ghiaia e sui ciottoli puliti, non ricoperti cioè da melma o altro materiale viscido. E’ noto che l’eutrofizzazione favorisce lo sviluppo degli organismi vegetali di un lago attraverso l’aumento della concentrazione di nutrienti, in particolare del fosforo. Questo fenomeno riguarda anche la copertura cosiddetta “perifitica”, cioè quello strato “melmoso” che ricopre i sassi della zona litorale e che li rende inidonei all’accoglimento delle uova. I lavarelli, le alborelle e i cavedani, nei periodi precedenti la riproduzione faticano quindi a trovare gli ambienti adatti per la deposizione delle uova e accolgono come manna dal cielo le eventuali piogge che innalzano il livello del lago e causano l’immersione di zone litorali precedentemente in asciutta, dove i ciottoli sono totalmente privi di copertura vegetale. Depongono quindi in massa nella fascia (generalmente molto esigua) di recente immersione. Tale fascia è però estremamente vulnerabile alle oscillazioni del lago, che la possono rapidamente riportare in asciutta, causano l’essicamento di tutte le uova presenti. Alcune marcate oscillazioni dell’abbondanza di lavarelli e delle alborelle del Lario possono, con ragionevole approssimazione, essere ricondotte a episodi di questo tipo, sui quali ha un incidenza determinante la regolazione artificiale delle acque a opera del Consorzio dell’Adda tramite la diga di Olginate (Lago di Garlate).
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