"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

lunedì 6 luglio 2009

IL FALCO DI PALUDE, IL PREDATORE DEL CANNETO



Mentre pagaiamo sulle acque pulite dell’Adda emissario, nei pressi della bellissima palude di Brivio, il Falco di palude si annuncia da lontano, una sagoma scura nel cielo si staglia in lontananza, in volo, con le ali a “V”. Poi sparisce nel canneto, per riposarsi a terra o per tornare al nido, nascosto, al sicuro, nella vegetazione palustre. E’ la più grande delle albanelle. Appartiene all’ordine Accipitriformes, famiglia Accipitride e il suo nome scientifico è Circus aeruginosus.

Sessi differenziati: maschio tricolore con dorso e copritrici marrone scuro, coda e remiganti grigie, punta delle ali nera. Parti inferiori marroni (quasi arancioni) con sottoala grigio chiaro e punta delle remiganti nera. Femmina interamente marrone con capo, gola e margine anteriore dell’ala color crema. In volo è riconoscibile per la silhouette con ali sollevate, tenute a “V” sia in volteggio che in scivolata.

Rapace tipico di pianura, frequenta in periodo riproduttivo esclusivamente zone umide, sia d’acqua dolce che salmastre. Il nido è costruito sul terreno tra le vegetazione acquatica emergente. In inverno lo si può trovare in altri ambienti aperti. Caccia piombando al suolo da pochi metri con gli artigli protesi e ali rilevate sul dorso, al termine di perlustrazioni del terreno condotte a velocità costante. La dieta è costituita prevalentemente da piccoli mammiferi e pulcini di uccelli acquatici. Buon volatore, è meno attivo delle altre albanelle e spesso riposa a terra o su bassi posatoi.


In Lombardia nidificano probabilmente una quindicina di coppie, soprattutto nelle valli del Mincio. In inverno è presente qualche decina di individui, tra laghi morenici della Brianza, Pian di Spagna e bassa Val Chiavenna, bassa pianura irrigua. Una curiosità: come le altre albanelle, anche il Falco di palude ha un disco facciale che gli consente, funzionando come una vera e propria parabola, di convogliare alle aperture auricolari i rumori delle prede.

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