"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

lunedì 27 agosto 2012

IL MIGNATTINO, UNA STERNA TRA LE NINFEE



Ordine Charadriiformes, famiglia Sternidae, il suo nome scientifico è Chlidonias Niger. Piccola ed esile sterna di palude, con una lunghezza corporea di 22-24 cm., deve il suo nome latino al piumaggio riproduttivo, nero sul capo, sul collo e sulle parti inferiori, fatta eccezione per il sottocoda bianco; la coda e il dorso sono grigi e le ali mostrano in volo la parte superiore grigia e quella inferiore bianca. Nel piumaggio invernale e giovanile il bianco sostituisce il nero, tranne che in alcune parti del capo. L’azione di volo è più lenta e pigra rispetto a quella rapida delle sterne marine.




Nidifica in zone a clima fresco e temperato, in habitat umidi caratterizzati da specchi d’acqua dolce con fondali fangosi, non molto profondi e ricchi di vegetazione acquatica ancorata o fluttuante, tra la quale costruisce nidi galleggianti, spesso riuniti in colonie. In inverno e in migrazione, frequenta anche ambienti costieri e salmastri, nutrendosi soprattutto di pesci marini, in sostituzione degli invertebrati alla base della sua dieta estiva.




Diffuso nella fascia temperata, dalla Finlandia fino al Mediterraneo, con distribuzione continua nel Bassopiano Siberiano e piuttosto frammentata nel resto del continente. Il suo areale italiano ha subito un drastica contrazione negli anni ’60 del secolo scorso, attualmente si trovano piccole colonie solo nella pianura Padana, in particolare nelle risaie del vercellese e di Novara, con presenze in Lombardia localizzate sul Lago Inferiore di Mantova. L’Italia ospita occasionalmente individui svernanti e rimane un’importante zona di passo per le popolazioni dirette verso le coste atlantiche africane. In periodo di migrazione si può osservare nell’area risicola, sul Po e sui grandi laghi (l’osservazione è quasi sicura a fine Aprile alla foce dell’Adda nel Lario).




La popolazione europea, attualmente in calo a causa della trasformazione antropica degli habitat di nidificazione, è stimata tra le 57.000 e le 110.000 coppie, di cui più di 100 nidificanti in Italia.



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