I contrafforti rocciosi delle sponde lacustri ospitano un rapace che in questi ambienti raggiunge densità impensabili, il Nibbio bruno (Milvus migrans). Di dimensioni relativamente grandi (possiede un’apertura alare di 130-150 cm) è riconoscibile in volo per il piumaggio uniformemente scuro e la coda forcuta, caratteristica quest’ultima che permette di distinguerlo dalla Poiana e dal Falco pecchiaiolo.
La specie nidifica per lo più sulle falesie lacustri, sulle cenge erbose, alla base di cespugli abbarbicati sulle pareti rocciose, ma anche sulla biforcazione di grossi alberi, sia in coppie isolate che in colonie di qualche centinaia di individui.
Dopo l’involo dei giovani, osservando da Lecco il Monte Coltiglione o la Grigna Meridionale, se ne possono vedere volteggiare insieme fino a più di 200 individui. Ed è altrettanto comune avvistare alcuni nibbi in volo sopra la città di Lecco o vederli sfiorare il pelo dell’acqua lungo tutto il bacino del Lario. Infatti il Nibbio bruno si nutre soprattutto di pesci, meglio se malati o morenti. Il Nibbio bruno è presente con continuità, quale nidificante, lungo tutta la fascia prealpina mentre risulta quasi assente nel resto del Nord Italia; generalmente “scompare” verso il mese di settembre recandosi a svernare in Africa e riappare nei cieli lariani nel mese di marzo.
I distretti lariani risultano essere luoghi idonei anche per il Gabbiano reale, specie che ha rivelato negli ultimi decenni una netta espansione, probabilmente causata dal parallelo incremento delle risorse alimentari reperibili nelle discariche di rifiuti e nelle colture agricole: dai tradizionali siti di nidificazione, ubicati sulle coste marine e sulle isole, questo grosso laride ha infatti, negli ultimi anni, colonizzato le acque interne. In Lombardia se ne è accertata la presenza fin dal 1979, sul Lago di Garda, ed ora la sua nidificazione avviene costantemente anche su alcune falesie rocciose del Lario.
Più precisamente il Gabbiano reale nidifica nei pressi di Lecco, vicino a Bellagio e molto probabilmente anche sulle pareti rocciose poste a ridosso del Lago di Mezzola. Piuttosto cospicua è anche la presenza di gabbiani reali svernanti, i quali talora si uniscono ai gruppi di gabbiani comuni soprattutto nei siti di alimentazione.
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