L’etnologo ed esploratore Paul-Emilie Victor (1907-1995) dedicò parte della sua vita allo studio degli Inuit della Groenlandia, a quel tempo chiamati “Eschimesi”. Nel 1934 Victor sbarcò sulla costa orientale dell’isola più grande del mondo, ad Ammassalik, dove svernò con gli indigeni. Ai tempi di Paul-Emilie Victor, gli scienziati si stupirono di incontrare gli Inuit sulla grande isola gelata. Come erano arrivati fin lì e da dove venivano quegli abitanti dagli occhi a mandorla e dai tratti asiatici?
Oggi si pensa che i primi Inuit fossero originari della Mongolia. Viaggiando verso Est, probabilmente oltrepassarono lo stretto di Bering ricoperto di ghiaccio per stabilirsi inizialmente nella odierna Alaska. Alcuni siti archeologici confermano la loro presenza nella regione 10.000 anni prima di Cristo. Perseguitati dalle tribù indiani locali, forse proseguirono la loro migrazione attraverso il Grande Nord canadese, per insediarsi in Groenlandia fra il 2.050 e il 1.700 a.c.
Da allora hanno resistito al freddo più estremo e sviluppato quella che Paul-Emilie Victor descriveva come la “civiltà della foca”. Questo animale, infatti, forniva agli Inuit l’essenziale per sopravvivere: carne, pelliccia per vestirsi ma anche per rivestire il kayak, olio (utilizzato per l’illuminazione).
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