"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

lunedì 9 febbraio 2009

IL LAGO DEL SEGRINO

Il lago del Segrino, diversamente dagli altri laghi della Brianza, ha una forma stretta e allungata ed occupa gran parte di un solco vallivo delimitato a est dal Monte Cornizzolo ed a ovest dal Monte Scioscia, al limite meridionale del cosiddetto Triangolo Lariano. La sua origine risale all’ultima glaciazione Pleistocenica: la conca, dal caratteristico profilo trasversale a U, è stata infatti scavata da una lingua glaciale, che scendeva dalla Valassina e si immetteva nella piana di Erba, e, successivamente, sbarrata alle sua estremità meridionale da depositi morenici abbandonati al suo ritiro. Il lago non ha immissari veri e propri – se si esclude una piccola roggia che proviene da Canzo – ma è alimentato principalmente da sorgenti sublacustri e perilacustri. Un modesto emissario esce dalla parte meridionale e si getta nel lago di Pusiano.

Anche qui l’ambiente è caratterizzato dalla tipica vegetazione acquatico-palustre, che forma attorno al lago delle fasce a composizione floristica variabili con la profondità. Soprattutto nella parte meridionale del bacino, i fondali sono interessati da una vera e propria prateria sommersa da millefoglie d’acqua, molto fitta, a cui si aggiunge il cosiddetto Nufareto con la nifea bianca e il nannufaro giallo, e avanzando ancora verso la riva, il classico Canneto a canna di palude. Lungo le sponde del lago la vegetazione arborea è formata da ontani neri, salici e pioppi. La copertura dei versanti montani che racchiudono la conca lacustre è costituita da boschi cedui in cui, a basse quote, sono prevalenti i castagni, il cui impianto è dovuto all’uomo. er quanto riguarda il popolamento animale, interessante è la fauna ittica del Segrino che annovera il pesce persico, il persico trota, il luccio e l’alborella. Le ampie fasce di canneto che cingono il lago offrono rifugio a numerosi uccelli stanziali e migratori. Tra gli anfibi, oltre alla presenza del rospo comune nel periodo riproduttivo, è stata accertata anche la presenza della rana di Lataste, una interessante specie endemica della pianura padano-veneta, cioè presente esclusivamente in questa area.

Alcune curiosità sul lago del Segrino:
- Due sono le ipotesi “letterarie” sull’origine del nome di questo lago. La prima collega il nome al francese “chagrin”, dolore, malinconia, e sarebbe convalidata anche dalla celebre definizione di Stendhal “lac du chagrin”, appunto “lago della malinconia”. La seconda invece, suggerita da Carlo Emilio Gadda, fa derivare il toponimo dal tedesco “ See gruen”, ovvero lago verde.
- Un’antica leggenda narra che in riva al solitario lago del Segrino, tra i canneti, dimorava un terrificante drago, ucciso da San Giorgio per liberare le popolazioni locali dalla sua minaccia.
- Nel 1984, la regione Lombardia, istituiva il “Parco di interesse sovraccomunale Lago del Segrino”.

Il lago del Segrino in cifre

Altitudine media: 374 m slm
Superficie: 0,378 kmq
Perimetro: 3,84 km
Profondità media: 3,17 m
Profondità massima: 8,6 m
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Foto del caro amico Riccardo Agretti.
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