Se rivoluzione è sovvertimento dell’ordine esistente che segna l’instaurazione di un nuovo assetto e l’emergere di gruppi sociali dapprima subalterni, la nascita del Nunavut può considerarsi una versione tranquilla di questo processo. Si tratta di tempi lunghi quanto quelli che scandiscono la vita nell’Artico. Senza aperti conflitti né spargimento di sangue, la nascita di una coscienza politica mostra come l’adesione alla logica della modernità sia per gli inuit frutto di una scelta che non avviene a scapito della propria via. La storia è quella di un popolo che non subisce passivamente, ma che si oppone con pretese di basso profilo e con gli stessi mezzi offerti dalla tradizione giuridica euro–canadese giungendo al successo (almeno parziale) nella rivendicazione dei propri diritti. Quanto si è conquistato è un sogno divenuto realtà. Per il passaggio da un’ampia autonomia amministrativa a una reale autodeterminazione rimangono delle difficoltà che bisogna evidenziare per comprendere — attraverso l’analisi della storia, dell’ordine politico, del sistema giuridico e dell’immagine tradizionale della giustizia — l’effettivo grado di riappropriazione di sé e avere un quadro completo della situazione degli inuit del Nunavut.
.TITOLO: Nunavut, antropologia di una rivoluzione al rallentatore : percorsi di applicazione fra studio del diritto ed esigenze del presente.
AUTORE: Fabrizio CoresiEDITORE: Aracne
PAGINE: 284
ANNO: 2005
PREZZO: 16,00 euro
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